Ferite, escoriazioni e contusioni nei bambini

I principali step da seguire nel trattamento di lesioni dei tessuti molli: dalla pulizia della ferita alla sutura, fino alla profilassi

Le piccole lesioni dei tessuti molli sono particolarmente frequenti nei bambini, sia per motivi comportamentali sia per una peculiare sensibilità della cute ad agenti lesivi nei primi anni di vita. La tipologia del loro trattamento dipende dalle caratteristiche della lesione (estensione, profondità, sede), dal suo livello di contaminazione, dal tempo trascorso e dai presidi e strumentazioni disponibili.

Primo step, le infezioni

Per la prevenzione dalle infezioni (batteri, virus e funghi), si inizia con un’accurata detersione della lesione, eseguita a pressione (la pressione utile è quella massima esercitata dalla mano) mediante siringa da 30-60 cc con applicata agocannula da 19 G. Si utilizza una soluzione fisiologica o, come da pratica diffusa, una soluzione a base di lodopovidone in fisiologica all’1%. Altre sostanze utilizzate spesso nella pratica clinica sono risultate tossiche per i tessuti e hanno causato un ritardamento del processo di guarigione. La soluzione di povidone ioduro al 1% risulta invece essere non tossica e, inoltre, determina una riduzione della contaminazione della ferita superiore ri- spetto alla soluzione fisiologica. I risultati a distanza (infezione della ferita, guarigione) sono comunque sovrapponibili.

Pulire la ferita

Si pratica dunque la toelette della ferita, asportando accuratamente eventuali corpi estranei (schegge, frammenti di vetro, terriccio ecc.). Si disinfetta quindi l’area circostante la lesione, usando un disinfettante (in questo caso va bene anche l’acqua ossigenata, perché siamo lontani dai margini della ferita). Spesso l’irrigazione della lesione determina la ripresa o l’aumento del sanguinamento, ma la compressione manuale con un pacchetto di garze sterili è sufficiente ad arrestare l’eventuale emorragia. Successivamente, la ferita può essere ispezionata utilizzando strumenti smussi (specilli o pinze), per valutarne la profondità e la reale estensione, accertare la presenza di corpi estranei e verificare l’eventuale interessamento di strutture profonde (tendini, nervi, vasi sanguigni e strutture ossee). In caso di ferite superficiali potenzialmente infette nel- le quali non si voglia creare un ambiente anaerobico, localizzate in zone della pelle non soggette a trazioni, si possono utilizzare dei cerotti. Questi presentano numerosi vantaggi: eliminano la necessità di anestetico, riducono il traumatismo ai tessuti, non la- sciano cicatrici da sutura, sono ben accettati dalla famiglia e dal bambino, e sono di facile applicabilità. Al fine di garantire una migliore e più prolungata tenuta della sutura si può applicare prima dei cerotti un sottile strato di tintura di benzoino colloidale ai lati di entrambi i lembi, per un’area che si estenda per qualche centimetro da essi.

Lesione superficiale o estesa?

Quando le ferite sono superficiali, di lunghezza non superiore ai 5 cm, non sotto tensione, con bordi netti (ideali le ferite da taglio), cioè non eccessivamente contusi o escoriati e non sanguinanti, si raccomanda di usare la colla dermica al cianoacrilato, costituita da singole molecole (a base di monomeri di cianoacrilato) che polimerizzano quando entrano in contatto con l’umidità sulla superficie della cute. Per ferite più estese si può combinare la colla con i cerotti da sutura. La sutura con fili va riservata ai casi in cui l’applicazione di colla e cerotti non sia possibile (ad esempio in caso di ferite estese, con margini non lineari o molto allargati, con un ematoma sottostante o se sono localizzate su superfici flessorie o soggette a tensione).

Analgesia e profilassi

La sutura richiede, purtroppo, un’analgesia, che è dolorosa, e una temporanea immobilizzazione del bambino, che comportano stress emotivo per il paziente e i familiari. L’utilizzo di un composto a base di lidocaina-prilocaina sotto forma di crema può atte- nuare il dolore dell’analgesia, ma richiede almeno un’ora di attesa prima di essere efficace. Si rac- comanda il bendaggio occlusivo della sutura, per salvaguardarla da sovrinfezioni e traumatismi, tenuto conto della scarsa efficacia in età pediatrica delle raccoman- dazioni preventive.

Non è necessaria una profilassi antibiotica, che va riservata alle complicanze che si evidenziano nei giorni successivi. La profilassi è invece da prescrivere quando la ferita si presenta fortemente inquinata, quando sono già pre- senti segni di infezione locale per un ritardo nelle cure o qualora non sia certa l’asportazione di tutti i microdetriti. È opportuno eseguire un richiamo di vaccino antitetanico nel caso in cui siano passati dieci anni dal richiamo vaccinale oppure siano trascorsi cinque anni dall’ultimo richiamo e la ferita sia fortemente inquinata. La somministrazione di immunoglobuline antitetano, 5-7 UI/kg, è indicata se il bambino non è vaccinato o non ha ancora eseguito il terzo richiamo.