Cosa deve sapere chi ha l’allergia al nichel

L’allergia al nichel è in costante aumento, tanto che solo in Italia il problema interessa il 32,1% della popolazione con le donne tre volte più colpite che gli uomini. La dermatite da contatto, ovvero l’irritazione e l’arrossamento del derma, per contatto con una sostanza nel 20% dei casi è su base allergica e in un caso su due l’allergene responsabile della condizione è il nichel.

Il nichel è un metallo presente in moltissimi oggetti di uso comune, dagli orecchini, agli orologi, alle collane, ai cellulari, ai bottoni, ai fermacapelli, agli occhiali oltre ad essere presente nel suolo e nell’acqua; arriva a essere presente soprattutto in frutta e verdura con concentrazioni che possono arrivare a essere fino a 4 volte superiori a quelle riscontrabili in carne, latte, latticini, uova e alimenti di origine animale. Chi sviluppa allergia al nichel, quindi, deve evitarne il contatto e ridurne l’ingestione, ma farlo è tutt’altro che semplice vista la sua grande diffusione.

Patch test per la diagnosi di allergia al nichel

La diagnosi di allergia si arriva a stilare con il Patch Test e a questo punto, visto che il problema è soprattutto per le donne, bisogna porre grande cura non solo a contenerne l’ingestione con l’alimentazione, ma bisogna accertarsi che non sia presente in quantità significative nei cosmetici. Non è possibile utilizzare dei prodotti che siano del tutto nichel free, poiché le analisi di laboratorio disponibili non sono in grado di accertare se effettivamente in quel prodotto è presente una quantità di nichel pari a zero.

Il significato della dicitura nichel tested

Quello che un cosmetico deve evidenziare è la quantità di nichel che può rilasciare quando viene a contatto con il corpo umano: il prodotto cioè deve essere nichel tested deve quindi fornire una chiara informazione di quanto nichel rilascia e se tale quantità si attesta al di sotto di una certa soglia che non comporta rischio per la salute, in quanto non assimilabile dal corpo umano.

Secondo le normative vigenti per essere sicuri gli oggetti di bigiotteria non dovrebbero rilasciare più di 0,2 μg/cm2/settimana se contenuto in oggetti utilizzati per il piercing e non superiore a 0,5 μg/cm2/settimana per i prodotti destinati ad entrare in contatto diretto e prolungato con la pelle; qualora questi prodotti prevedano la presenza di un rivestimento nichel tested proprio il rivestimento deve garantire un tasso di cessione del metallo che non superi il valore soglia prima dei due anni di uso ordinario.

«La valutazione clinica della sensibilità al nichel – suggerisce Antonino Musarra, presidente dell’Associazione degli Allergologi Territoriali e Ospedalieri (AAIITO), deve sempre essere fatta da uno specialista allergologo sia per accertare la possibile e frequente presenza di altre sensibilità che per valutare il livello delle misure di prevenzione da assumere in relazione al quadro clinico».

Fonti
Regolamento (CE) n. 1907/2006 (c.d. Regolamento Reach) – artt. 67-73 e Allegato XVII, n. 27.
D. Lgs. 14 settembre 2009, n. 133 – art. 16 (Disciplina sanzionatoria Regolamento REACH)
Norma EN 1811:2011 Metodo di prova di riferimento per il rilascio di nichel da tutti gli assemblati che vengono inseriti in parti perforate del corpo umano e da articoli destinati a venire in contatto diretto e prolungato con la pelle.
Norma EN 12472:2009 Metodo per la simulazione dell’usura e della corrosione per la determinazione del rilascio di nichel da articoli ricoperti.