Farmacie in trincea: una testimonianza dalla “zona rossa”

Cosa vuol dire lavorare in una farmacia in “zona rossa”? Ce lo ha voluto raccontare la Dott.ssa Edith Isoldi della Farmacia Eredi Isoldi di Caggiano (SA)

«Caggiano è uno di quei comuni della provincia di Salerno che a metà marzo sono stati dichiarati “zona rossa”; da quel momento, lavorare in farmacia è cambiato drasticamente e già a fine febbraio avevamo iniziato ad adottare misure preventive per la trasmissione del virus, come l’installazione di barriere in plexiglas sul bancone. La tensione nei cittadini era evidente: i clienti si recavano in farmacia per cercare aiuto o anche solo delle rassicurazioni e i più iniziavano a soffrire di stati d’ansia e disturbi del sonno.»

«Le cose iniziarono ad aggravarsi con la notizia dei primi casi positivi nella nostra comunità, a cui fece seguito la messa in quarantena dell’intero comune. Inevitabile, in seguito, la disposizione comunale di chiudere tutte le attività di prima necessità, tra cui la farmacia stessa, al pubblico. Iniziammo, quindi, a lavorare a battenti chiusi, provvedendo a far recapitare a casa dei clienti quanto avevano ordinato. La cosa più difficile è stata gestire le ricette via email che ci inviavano i medici di base ed assicurare ai pazienti l’arrivo dei medicinali nel minor tempo possibile: in particolare, le direttive circa la gestione delle ricette DPC non era chiara e avere quelle era abbastanza complicato.

Per la Farmacia Eredi Isoldi, però, era fondamentale assicurare ai suoi pazienti la continuità terapeutica: per questo quindi abbiamo intrapreso un’attività coordinata con i volontari della Protezione Civile di Caggiano, che provvedevano a ritirare le ricette necessarie e a consegnare i medicinali in tempi brevi. In più, abbiamo avuto non pochi problemi con la consegna di alcuni dispositivi medici che avevamo richiesto e che risultavano essere molto importanti per la gestione dell’emergenza. Venivamo visti come degli “appestati”, alcuni corrieri si rifiutavano  di consegnarci gli ordini e i pacchi risultavano in giacenza da settimane; è stato necessario l’intervento del sindaco del paese e dei carabinieri per risolvere la situazione.

É da pochi giorni che il nostro paese ufficialmente non è più “zona rossa”, il lavoro sta tornando lentamente alla normalità. Siamo nuovamente aperti al pubblico, anche se l’ingresso in farmacia è contingentato. Vediamo la gratitudine negli occhi dei clienti, riconoscenti del lavoro che abbiamo portato avanti in queste settimane così difficili; è quello sguardo la vera soddisfazione per noi. Spero che questa esperienza possa risultare significativa per molti farmacisti impegnati nell’emergenza.»

Dott.ssa Edith Isoldi

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