Telefarmacia: negli Stati Uniti è boom

Il modello della telefarmacia, che prevede farmacie coordinatrici, farmacie remote, siti di erogazione, si sta diffondendo a macchia d’olio perché rende più facile l’accesso ai farmaci da parte dei cittadini. Anche in Europa non mancano alcuni progetti pilota

La prima esperienza di telefarmacia, anche se piuttosto rudimentale, si rintraccia in Australia nel lontano 1942. Circa sessant’anni dopo, nel 2001, il Dakota del Nord avvia, anche grazie all’avvento delle nuove tecnologie, un programma regolamentato per sopperire alla chiusura di molte farmacie. Ne seguono l’esempio Indiana, Illinois, Winsconsin, Minnesota, Iowa, Georgia, Montana, Louisiana e molti altri Stati. L’ultimo in ordine di tempo è il Michigan, che ha dato il via al sistema con una legge dello scorso gennaio, sostenuta dall’associazione dei farmacisti, dai distributori e dalle strutture sanitarie. Negli Stati Uniti la telefarmacia sta prendendo sempre più piede, essendo ormai stata introdotta in 24 Paesi su 50. Si tratta, stando alla definizione, della «fornitura di servizi professionali a distanza da parte dei farmacisti di comunità ai pazienti attraverso le telecomunicazioni».

telefarmacia
L’obiettivo della telefarmacia è di rendere l’accesso ai medicinali e la consulenza professionale più facili per i cittadini che risiedono in aree rurali o isolate, prive dei servizi sanitari di base

In pratica, il sistema prevede la presenza di tre tipi di struttura che operano in rete: la farmacia coordinatrice, ovvero il presidio centrale di riferimento gestito da un farmacista; la farmacia remota, cioè il presidio periferico gestito da un tecnico di farmacia; il sito di erogazione remota, ovvero il chiosco di distribuzione automatica situato all’interno delle cliniche o di altri edifici. Le ultime due strutture sono entrambe collegate alla farmacia coordinatrice tramite un sistema informatico di tipo audio-video. Proprio grazie a questo collegamento via webcam, all’occorrenza il farmacista in remoto può validare la prescrizione del medico ed effettuare il counseling al paziente per quanto riguarda la compliance, la prevenzione degli errori terapeutici, le interazioni farmacologiche, gli eventuali effetti avversi. L’obiettivo è quello di rendere l’accesso ai medicinali e la consulenza professionale più facili per i cittadini che risiedono in aree rurali o isolate, prive dei servizi sanitari di base. Se questo è ciò che accomuna tutti gli Stati che hanno adottato il sistema della telefarmacia, è pur vero che ciascun Paese ha poi stabilito regole proprie per quanto riguarda, ad esempio, la formazione, le licenze, i requisiti operativi. Per ridurre le difformità e facilitare la standardizzazione dei processi, di recente la National Association of Boards of Pharmacy ha emanato delle apposite linee guida.

Le esperienze europee

Oltre che nel continente australiano e nel Paese a stelle e a strisce, qualche esperienza di telefarmacia si può rintracciare, seppur con diverse modalità, anche in Europa. A darne notizia è la review dal titolo Telepharmacy services: present status and future perspectives pubblicata nel 2019 sulla rivista Medicina ricercatori dell’Università di Camerino. Ad esempio, in Spagna è stata avviata una sperimentazione riguardante i pazienti affetti dal virus dell’Hiv, ai quali la terapia antiretrovirale veniva spedita a casa, con la supervisione in remoto della farmacia ospedaliera. In Danimarca, invece, è stato fornito un servizio di counseling, attraverso il telefono o le videochiamate, da parte dei farmacisti di comunità ai pazienti che acquistavano i farmaci su internet. Esperienze analoghe si sono svolte anche nel Nord-Est della Scozia, in un’area priva di farmacie, e in Germania. Progetti, questi, che hanno nel complesso riscosso il gradimento dell’utenza, che ha potuto così fruire di un servizio di consulenza professionale per quanto riguarda l’assunzione delle terapie. La presenza di infrastrutture tecnologiche adeguate e di un’efficiente connessione a internet si è rivelato l’elemento fondamentale per il successo delle sperimentazioni. E sul fronte dei costi? Indubbiamente sono stati necessari investimenti iniziali per quanto riguarda le dotazioni tecnologiche, ma si è comunque trattato di un esborso molto inferiore a quello richiesto per aprire una nuova farmacia.