Il Senato approva cinque mozioni sull’obesità

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Il Senato ha approvato oggi ben cinque mozioni sull’obesità, un atto che testimonia l’attenzione delle istituzioni italiane verso questa malattia solo dopo pochi giorni dalla Giornata mondiale ad essa dedicata. Tra queste vi è anche la mozione presentata dal vicepresidente della Federazione degli ordini dei Farmacisti Italiani, senatore d’Ambrosio Lettieri. Le mozioni nn. 515, 601, 642, 643 sono state approvate con modifiche, mentre la mozione n. 640 è stata approvata parzialmente e con modifiche.

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Le cinque mozioni approvate

Il senatore Maurizio Romani (Misto-IdV) ha illustrato la mozione n. 515, che impegna il Governo a promuovere l’adozione di un piano nazionale per la prevenzione e la cura dell’obesità, a introdurre una specifica imposta sui prodotti alimentari cosiddetti «spazzatura», a finanziare progetti all’interno delle scuole volti a garantire un’ampia scelta di attività sportive, con percorsi mirati all’educazione a un’alimentazione sana e corretta.

La mozione n. 601 è stata illustrata dalla relatrice Laura Bianconi (AP). In base ad essa, il Governo il Governo si dovrà adoperare affinché sia introdotta nell’ordinamento una definizione di obesità come malattia cronica e invalidante, a implementare la rete assistenziale già adottata per il contrasto al diabete e a prevedere una più stringente implementazione del patto nazionale della prevenzione 2014-2018 in merito alle politiche di contrasto all’obesità.

La mozione n. 640, presentata dal M5S e illustrata dal senatore Luigi Gaetti, impegna il Governo a individuare percorsi sanitari ad hoc per la presa in carico del paziente affetto da obesità, a incrementare nelle scuole appositi programmi di prevenzione dell’obesità infantile promuovendo stili di vita corretti.

Il senatore Lucio Barani (AL-A) ha illustrato la mozione n. 642, che impegna il Governo a individuare apposite strategie di riduzione dell’obesità. Tra queste, la mozione cita il possibile aumento della quantità e la qualità dell’educazione fisica nelle scuole, l’incoraggiamento delle industrie alimentari all’introduzione di cibi sani sul mercato e l’applicazione di specifiche imposte su alimenti non sani.

Il senatore e vicepresidente della FoFi, Luigi d’Ambrosio Lettieri (CoR),  ha illustrato la mozione n. 643, secondo la quale il Governo dovrebbe istituire un apposito gruppo di lavoro di esperti con la finalità di individuare misure di prevenzione e di lotta all’obesità e al diabete e dovrebbe includere il farmaco a base di liraglutide tra quelli rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale.

Nel corso del dibattito, il Sottosegretario di Stato per la salute Vito De Filippo ha sottolineato come il Governo condivida molti dei problemi posti dalle mozioni ed ha accolto tutte le mozioni presentate previe alcune riformulazioni. In particolare, il Sottosegretario ha chiesto di eliminare i paragrafi della mozione presentata dal M5S che presupponevano convenzioni con medici e pediatri, in quanto il Governo non può al momento impegnarsi su questi temi.

Un problema in rapida diffusione

L’Italia si situa al 136° posto tra i diversi paesi per diffusione dell’obesità tra le donne e al 56° posto per gli uomini. Secondo i dati presentati in Aula dal senatore d’Ambrosio Lettieri, un terzo circa (36%) degli italiani è in sovrappeso, con una maggiore percentuale di uomini (45,5%) rispetto alle donne (26,8%). Un decimo della popolazione risulta obeso e il 5,5% è la percentuale dei diabetici. Tra quest’ultima tipologia di pazienti, il sovrappeso o l’obesità sono particolarmente diffusi nei pazienti con diabete di tipo 2 (66,4%) – per i quali l’Organizzazione mondiale della sanità ha coniato il termine “diabesi” – rispetto a quelli con diabete di tipo 1 (24%).

Un aumento di peso del 20% comporta un aumento del 25% del rischio di morte per infarto e del 10% di morte per ictus: Anche il rischio di tumore è correlato all’aumento dell’indice di massa corporea (BMI): secondo i dati della Società italiana dell’obesità (SIO), ogni 5 punti in più di BMI, il rischio tumore al colon nell’uomo aumenta del 24%, quello di tumore endometriale del 59% e quello di tumore al seno del 12% nella donna in post menopausa. “L’obesità è una malattia, anche se molti ancora fanno fatica a crederlo”, ha commentato il presidente della SIO, Paolo Sbraccia, in occasione del recente congresso della Società. “In Europa, nonostante i ripetuti richiami e allarmi lanciati dall’Organizzazione mondiale della sanità, pochissimi paesi ne hanno preso atto, non ancora l’Italia. Eppure di obesità si può morire, soprattutto per le tante condizioni associate, specialmente di tipo cardiovascolare come il diabete tipo 2, in genere preceduto dalle varie componenti della sindrome metabolica (ipertensione arteriosa e dislipidemia aterogena) e l’aumentato rischio di infarto miocardico e ictus”.

L’obesità incide molto anche come causa di disagio sociale e psicologico, in modo particolare per quanto riguarda le categorie sociali svantaggiate con più basso grado d’istruzione e minor reddito, che possono trovare maggiori difficoltà di accesso alle cure.

Un progetto per le scuole primarie

La Giornata mondiale dell’obesità è stata anche l’occasione per la presentazione alla Camera dei Deputati del progetto “SALTAinBOCCA”, un’iniziativa gratuita rivolta alle scuole primarie ideata da CSE Italia e patrocinato da Camera e Senato, Federazione Italiana Medici Pediatri e Ministero della Salute. L’obiettivo è fornire a bambini e genitori le informazioni necessarie per un’alimentazione corretta e responsabile, che favorisca l’adeguata alimentazione corredata da una sana attività fisica e il riciclo del cibo ed eviti lo spreco alimentare.