Viaggio nella storia della Farmacia: i farmaci “rivoluzionari”

Continua il nostro viaggio in dieci tappe per ripercorrere e scoprire i fatti salienti che hanno contraddistinto la storia della Farmacia.

Il percorso è stato oggetto della Mostra “Il Farmacista: nascita di una professione. Viaggio in una storia millenaria” con contenuti a cura delle redazioni di Farmacia News e Tema Farmacia, che è stata allestita in occasione di Cosmofarma 2022. Dopo aver indagato la storia delle Farmacopee, in questo nuovo appuntamento approfondiamo il tema dei farmaci cosiddetti “rivoluzionari”.

Siamo debitrici alla scienza medica e alla farmacologia per ogni scoperta clinica o conoscitiva che ha favorito, come diretta conseguenza, la progettazione di formulazioni che, indipendentemente dalla natura e dal principio di azione, hanno indotto benefici sul controllo della patologia di interesse e sulla salute pubblica. Cambiandone il decorso, facendo prevenzione, rallentando l’insorgenza di una condizione, controllando la diffusione di un fenomeno dilagante.

La rapida messa a punto del vaccino anti-Covid è l’ultimo esempio, ma prima di questo altre soluzioni che si sono affacciate nel panorama terapeutico sono state storiche nel dare una svolta ai paradigmi di cura, a vantaggio dell’intera collettività. Ricordiamo solo alcuni farmaci che meritano l’appellativo di essere stati, in questa direzione, “rivoluzionari”.

I vaccini

La loro efficacia in termine di prevenzione e/o cura è indiscussa. Abbiamo iniziato a conoscerne e sperimentarne l’utilità alla fine del ‘700: nel 1796 vede la luce il primo vaccino della storia contro il vaiolo, messo a punto da Edwuard Jenner. Nasce da un’osservazione “empirica”: Jenner ha infatti notato che i contadini che avevano contratto il vaiolo bovino (cowpox) durante la mungitura delle mucche, una volta superata la malattia, non si ammalavano della variante umana del vaiolo (smallpox), di gran lunga più grave. Quest’osservazione nel maggio del 1976 lo porta a iniettare del materiale estratto da una pustola di vaiolo bovino contratto da una giovane donna, figlia di un contadino del posto, a James Phipps, un bambino di 8 anni.

La deduzione di Jenner si rivela esatta: grazie all’inoculazione del vaiolo umano, il piccolo non manifesta la malattia, avendo sviluppato gli anticorpi. Le ricerche di Jenner sulla vaccinazione, come tecnica di prevenzione del vaiolo, sono state una pietra miliare che ha aperto la via a studi sulla natura delle malattie infettive e messo il primo germe di quella che sarebbe stata l’immunologia nel XIX secolo. A questo seguono, fra i più importanti, il vaccino contro il morbillo e antipolio.

Gli antibiotici

Nessuno avrebbe previsto il successo di tale terapia, né lo scorretto uso/abuso che se ne è fatto nel tempo, ingenerando il ben noto e drammatico fenomeno della farmacoresistenza, contravvenendo al principio di alta efficacia di questa terapia. La nascita degli antibiotici è legata alla scoperta della penicillina da parte di Alexander Fleming, nel 1928, poi sperimentata sull’uomo per la prima volta nel 1941. Due anni dopo ne viene autorizzato l’utilizzo in un ospedale militare.

Si comprende anche la grande potenzialità di azione della penicillina che ne decreta l’utilizzo nel trattamento e cura di moltissime infezioni e di diversa natura: dermatologiche, polmonari, meningiti, setticemie, infezioni intestinali. Patologie gravi che, prima dell’avvento della penicillina, erano causa di morte repentina. Altri antibiotici vennero poi scoperti e prodotti su scala industriale. Fra questi la streptomicina e le cefalosporine.

La pillola anticoncezionale

Anno 1951, un laboratorio di Città del Messico: sono le “coordinate” che hanno consentito a Carl Djerassi, giovane chimico, di arrivare a sintetizzare il noretindrone, la molecola che avrebbe cambiato la storia del concepimento, specie di gravidanze indesiderata. Si scopre infatti che, assunta per via orale, è ancora più efficace del progesterone naturale, con un simile ed efficace “effetto barriera”.

I betabloccanti

Siamo ormai nell’era della moderna medicina. Nel 1960 Sir James Black sviluppa molecole in grado di dare importanti benefici nel trattamento di pazienti con disturbi cardiovascolari: ipertensione, angina pectoris, insufficienza cardiaca, aritmie, fibrillazione atriale, svolgendo anche una azione di prevenzione dal rischio di infarto del miocardio e/o comunque controllando quello di malattia cardiache. Oggi vi è evidenza che il loro l’utilizzo sia in grado di ridurre la mortalità del 35%. Grazie a questa scoperta Sir James Black è stato insignito del Premio Nobel per la medicina.

I beta2-agonisti

Hanno cambiato la storia del trattamento dell’asma: ne alleviano i sintomi, riducono il senso di broncocostrizione con un miglioramento sostanziale della qualità della vita. Quelli citati sono solo un pugno dei tantissimi farmaci introdotti nella pratica clinica di cui oggi è attestata l’efficacia. A questi se ne aggiungerebbero molti altri; il tamoxifene per i tumori del seno, gli immunosoppressori indispensabili ai trapianti e gli antiretrovirali che hanno cambiato le prospettive di cura per Aids-Hiv sono solo un altro esempio. La ricerca avanza e l’auspicio è di potere raccontare altre novità positive per la storia della salute e anche della faramcia.

Il viaggio continua! Prossima puntata: “L’evoluzione della legislazione italiana in materia di farmacia”.