La gengivite è uno dei disturbi del cavo orale più diffusi tra gli italiani, ma anche uno dei più sottovalutati. È quanto emerge da un’indagine condotta da GfK per Gsk Consumer Healthcare. Dall’indagine è risultato, infatti, che sono ben 23 milioni le persone che soffrono di infiammazioni gengivali. Tuttavia, gli intervistati spesso ammettono di riconoscere questa condizione solo quando vengono suggeriti esempi o situazioni concrete legate al disturbo, come può essere notare la presenza di sangue durante lo spazzolamento dei denti.
«L’indagine ha rivelato una sostanziale mancanza di conoscenza e consapevolezza del disturbo. Vi è una generale scarsa preoccupazione per gli effetti che le infiammazioni gengivali possono avere sulla propria salute orale, poiché questi disturbi vengono valutati come poco rilevanti rispetto ad altre problematiche del cavo orale», ha spiegato Isabella Cecchini, direttore del Dipartimento Ricerche sulla Salute di GfK.
Tra le principali cause attribuite alla gengivite, gli intervistati citano lo spazzolamento troppo forte (27%) e il naturale processo di invecchiamento (21%); solo successivamente vengono identificate come cause un’igiene orale scarsa o superficiale (19%) e la mancanza di una regolare pulizia professionale (15%).
Dall’indagine è emerso inoltre che solo il 57% degli intervistati che soffrono di gengivite chiede consiglio sul proprio disturbo a un esperto. «Il dentista e l’igienista dentale sono le figure di riferimento per il trattamento generale di questi disturbi, ma il restante 43% degli intervistati dichiara di preferire affidarsi al consiglio di amici o parenti, fare ricerche autonome sul web oppure non chiedere affatto», ha aggiunto la Cecchini.
L’indagine ha, infine, rivelato anche un dato incoraggiante relativo alla prevenzione: 2 persone su 3 vanno dal dentista almeno una volta l’anno per un controllo generale della bocca, per prevenire problemi del cavo orale e per eseguire una pulizia professionale. Il 9% degli intervistati che ha dichiarato di non andare mai dal dentista sottolinea comunque la necessità di proseguire con la diffusione di una corretta informazione.