Tra il 2019 e il 2022 è stato registrato un incremento del 14% nella prevalenza di diabete in Italia che, nel 2022, stando ai dati Istat, coinvolgeva 3,9 milioni di soggetti, pari al 6,6% della popolazione. Questo incremento della patologia, che ad oggi colpisce il 6,6% degli italiani, è solo parzialmente attribuibile all’invecchiamento costante della popolazione. Dall’altra parte, la pandemia ha giocato un ruolo nell’aumentare alcuni fattori di rischio, complice la maggiore sedentarietà e l’aumento di peso. Infine, in parte, questo incremento è spiegabile con diagnosi di diabete più precoci.

È quanto emerge dall’Italian Diabetes Barotemeter Report “La pandemia del diabete e il suo impatto in Italia e nelle regioni: dati di una pandemia in continua evoluzione”, presentato durante il 16th Italian Barometer Diabetes Summit 2023 lo scorso 11 luglio a Roma, in Senato.

Diabete in Italia: una pandemia silente

«Anche quest’anno i dati confermano in Italia un lieve incremento del numero di persone affette da diabete, oltre il 6% della popolazione, cui si stima debba aggiungersi circa un milione e mezzo di casi non diagnosticati. Proprio per la sua prevalenza, per la tendenza al progressivo aumento e per la stretta relazione con le diseguaglianze sociali – come emerge dal monitoraggio continuo effettuato dal sistema di sorveglianza PASSI, attivo presso l’Istituto Superiore di Sanità – il diabete resta una delle sfide più impegnative con cui è chiamato a misurarsi il Servizio Sanitario Nazionale.

Una sfida anche per valutare la capacità di tutelare in modo uniforme il diritto alla salute e di diminuire i gap tra Nord e Sud Italia» ha commentato il Ministro della Salute Orazio Schillaci cui, nella medesima occasione, è stato conferito il premio “Galileo Galilei”, un riconoscimento che viene assegnato a eccellenze cliniche, economiche, sociali e politico-sanitarie che si sono distinte per la lotta alle malattie croniche non trasmissibili.

Il perdurante gap Nord-Sud

Sulla scia di quanto accaduto in passato, i dati relativi al 2022 hanno confermato il gap nord-sud rispetto alla prevalenza della patologia diabetica: i dati passano, infatti, dal 4,7% del Nord-Est dello stivale al 6,9% riscontrabile in alcune regioni del Sud. Maglia nera in tal senso è la regione Calabria con una prevalenza di patologia dell’8,5%. Un confronto con i dati pre-pandemici mostra un incremento particolarmente pronunciato in tre realtà: è il caso del Piemonte, passato dal 4,5 al 5,7%, della Campania, dal 6,3 al 7,8% e della Provincia Autonoma di Trento, che dal 3,8 ha toccato il 5,5%.

Pandemia e aumento di complicanze e fragilità

«Negli anni della pandemia, la patologia diabetica ha comportato complicanze per molte persone, con un aumento significativo della fragilità degli individui e un aumento del rischio di decesso. Nel primo anno (2020) sono stati oltre 97 mila i decessi in cui il diabete è presente come causa iniziale o come concausa, il 13% del totale. L’incremento rispetto al 2010 è stato del 33% e molto significativo (+25%) anche rispetto al 2019.

Gli ultimi dati di mortalità per causa, diffusi di recente, testimoniano le notevoli evidenze del legame tra Covid-19 e diabete, rendendo sempre più urgente la messa in campo di interventi per prevenire e contrastare la diffusione della malattia», ha sottolineato Francesco Maria Chelli, presidente facente funzioni dell’ISTAT.

Migliorare gli outcome attraverso una gestione ottimale di malattia

«Negli ultimi anni si sono fatti grandi progressi nella lotta al diabete, ma si può ancora fare molto, soprattutto a livello politico-istituzionale, contro la crescente sfida posta da questa patologia a livello globale, europeo e italiano. Riuscendo a gestire in maniera adeguata il diabete tipo 2 si contribuirà in modo significativo anche alla prevenzione di altre malattie croniche che ne condividono i fattori di rischio, i determinanti e le opportunità di intervento», ha commentato Paolo Sbraccia, vicepresidente vicario di IBDO Foundation.

Puntare su app e device e contrastare l’inerzia clinica

Agostino Consoli, presidente della Fondazione Diabete e Ricerca e coordinatore di EUDF Italy ha ricordato l’importanza delle strumentazioni digitali a oggi disponibili, come app e device indossabili, per raggiungere un ottimale controllo glicemico.
Difatti, i costi dell’inerzia clinica sono spaventosi e aumentano in modo esponenziale quanto più viene ritardato il raggiungimento dell’obiettivo target, ovvero di un livello di HbA1c pari a 6,5%.

Per ridurre l’inerzia clinica è, tuttavia, fondamentale lavorare su più fronti, puntando innanzitutto alla diagnosi precoce, con programmi di screening e monitoraggio, ma anche di educazione alla popolazione generale. All’equità delle cure che, all’interno dell’UE, deve essere garantita in termini di erogazione di farmaci e terapie in tutti gli Stati Membri, e favorire uno snellimento delle decisioni EMA relativamente a nuove terapie in tutti i Member States. Occorre, quindi. puntare al potenziamento della salute incrementando attività di educazione all’autogestione e supporto delle persone con diabete e del personale sanitario per evitare il rischio di stigmatizzazione.

Infine, è stata ricordata l’importanza di app, intelligenza artificiale e salute digitale come strumenti di supporto, che devono essere resi accessibili per tutti i pazienti, potenziando unitamente i percorsi di ricerca clinica.

Il perdurante impegno dell’Intergruppo Parlamentare

«In questa prima fase di XIX Legislatura la sottoscrizione di un Patto di legislatura ci ha visto e ci vede impegnati, come parlamentari fondatori dell’Intergruppo, al fianco delle società scientifiche e delle associazioni di pazienti, nell’identificare le iniziative legislative da porre in essere e portare avanti a sostegno delle persone con diabete. Su mia iniziativa, è stata depositata presso la Camera dei deputati la proposta di leggeDisposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità”» ha ricordato l’Onorevole Roberto Pella, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vicepresidente Vicario di Anci.

«Allo stesso modo, mi sono impegnata affinché venisse depositato il disegno di legge presso il Senato della Repubblica “Disposizioni recanti interventi finalizzati all’introduzione dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia all’interno del Servizio Sanitario Nazionale”. Anche grazie all’attività dell’Intergruppo possiamo affermare che il dibattito parlamentare intorno a questa patologia si sta animando», ha aggiunto la senatrice Daniela Sbrollini, presidente dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete e malattie croniche non trasmissibili e promotrice dell’evento.