Un’analisi sul consumo di farmaci nel triennio 2019-2021, realizzata dall’ATS di Bergamo, ha evidenziato un consumo ridotto di medicinali nel periodo pandemico cui ha fatto tuttavia da contraltare un aumento del consumo di antidepressivi. Nel 2022 il consumo di farmaci mostra segnali di ripresa

Negli anni caratterizzati dall’emergenza sanitaria. quindi il 2020 e il 2021, nella provincia di Bergamo è stata riscontrata una riduzione complessiva del consumo di farmaci, pari a –5,4% nel 2021 rispetto al 2019. A rivelarlo è un’indagine sul consumo di farmaci nel triennio 2019-2021 realizzata dall’Ats di Bergamo. La spesa media pro capite nella bergamasca si assesta a 158 euro, al di sotto della media regionale di 170 euro.

L’aumento degli antidepressivi

A far da contraltare alla contrazione dei consumi di medicinali, determinata probabilmente dalla maggiore difficoltà di accesso alle prestazioni mediche, è stato l’aumento nel consumo di antidepressivi: nel periodo pandemico si è assistito a un +4,38% della spesa e +1,12% di consumi. A tale riguardo, il presidente del Sunifar e di Federfarma Bergamo, Giovanni Petrosillo, ha così commentato, secondo quanto riporta Federfarma: «la motivazione è legata alla pandemia, ma bisognerebbe approfondire diversi meccanismi, tra cui anche lo stress alimentato dalla difficile situazione economica. In ogni caso, si tratta di meccanismi che meritano un’attenzione particolare nell’analisi complessiva».

Il consumo medio di confezioni nella Provincia di Bergamo

L’indagine ha quindi messo in evidenza che nella bergamasca il consumo medio di confezioni di farmaci si attesta a 15 scatole annue, con punte che arrivano fino a 26 scatole in alcune aree della provincia. Nella città di Bergamo, ad esempio, il consumo si è contratto da 21 scatole del 2019 a 16 del 2021.

Farmacie presenti e ripresa nel 2022

Giovanni Petrosillo, alla luce dei dati mostrati, ha sottolineato, secondo quanto riportato da Federfarma, «la spesa pro capite in farmaci dei bergamaschi al di sotto della media regionale non è certo attribuibile a una difficoltà nell’accesso ai farmaci, visto che nella zona il rapporto tra farmacie e popolazione è tra i più alti delle province lombarde. Forse si tratta di un effetto dovuto a maggiore attenzione e appropriatezza nella prescrizione dei farmaci da parte dei medici. Resta tuttavia evidente il problema dell’accesso alle cure primarie con circa il 2% della popolazione senza medico». Nel 2022, tuttavia, si registrano già segnali di incremento dei consumi nei farmaci dopo gli anni difficili della pandemia.