A caccia del virus: i test per Covid-19

Covid-19 anticorpi

Tamponi, test qualitativi e quantitativi: ecco le differenze tra le diverse tipologie di test sierologici attualmente disponibili per rintracciare l’infezione da Covid-19

Il 25 aprile scorso si è conclusa la gara per i test sierologici indetta dal Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19. Dal 4 maggio sono quindi iniziate le indagini attraverso i kit del tipo CLIA e/o ELISA per la rilevazione di IgG specifiche (anticorpi neutralizzanti per SARS-CoV-2). «Inizieremo l’indagine sui primi 150mila cittadini organizzati in un campione che abbiamo strutturato insieme all’Inail e all’Istat per anagrafe, zona, censo – ha spiegato Domenico Arcuri – e il vincitore della gara, la Abbott, non solo è quello che ha confermato di avere l’insieme degli otto requisiti di qualità che il Comitato tecnicoscientifico aveva posto alla base di questa gara, ma ha deciso che questi test debbano essere offerti a titolo totalmente gratuito. Dunque siamo riusciti a ottenere la migliore offerta sul mercato oggi esistente e contemporaneamente a non gravare sulle casse dello Stato».

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Cosa è cambiato con la fase 2

Ma questi test non sono gli unici disponibili sul territorio italiano, e anzi, la fase 2 ha anche segnato il via libera, con differenze regionali, all’esecuzione di quelli erogati da laboratori privati o accreditati. Tra la confusione generata dalle diverse decisioni intraprese dalle regioni circa la libertà o meno all’esecuzione su base volontaria dei test, e la spaccatura creata sulla qualità e affidabilità di quelli qualitativi (test rapidi) o quantitativi (come quelli della Abbott effettuati sul prelievo di sangue), è bene provare a fare un po’ di chiarezza.

Definizione di affidabilità, sensibilità e specificità

L’affidabilità di un test è rappresentata dalla sua capacità di essere sufficientemente sensibile e specifico. Dal punto vista epidemiologico un test su sangue venoso che ricerca gli anticorpi ha una buona sensibilità se è in grado di rilevare correttamente un soggetto malato (ne indica dunque la probabilità di indicare positivo un soggetto malato), mentre ha una buona specificità se è in grado di rilevare correttamente un soggetto sano (ne indica dunque la probabilità di indicare negativo un soggetto sano).

No ai test rapidi in farmacia

L’Ordine dei farmacisti di Milano ha recentemente ribadito quanto già anche la federazione dei farmacisti, Federfarma, aveva sottolineato in precedenza: «Numerose fonti hanno riportato che, in diverse aree del paese, alcune farmacie vendono auto-test diagnostici su sangue capillare per la ricerca degli anticorpi contro il SARS-Cov-2. Si ricorda che su questo tema sono intervenuti tanto il Ministero della Salute quanto la Federfarma nazionale, sconsigliando questa pratica, allo stato attuale inutile e potenzialmente controproducente». Secondo quanto dichiarato dal Ministero con una nota del 3 aprile, inoltre, questi test mancano ancora di una certificazione CE e non possono essere manipolati da personale non qualificato. «Tali test, qualora non marcati CE ai sensi del D. Lgs. 332/00 come dispositivi per test autodiagnostici, non possono essere usati da chi non abbia qualificazione/competenza nel merito e, pertanto, l’eventuale fornitura al pubblico generale sarebbe incoerente con la loro destinazione d’uso».