Allarme anticoncezionali: in Italia scarsa cultura

L’Italia occupa uno degli ultimi posti della particolare classifica europea che riguarda l’accesso agli anticoncezionali, il counseling e l’informazione online. ONDA, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, ha prodotto e divulgato un documento intitolato “Donne e accesso alla contraccezione ormonale – Focus contraccezione orale di emergenza” destinato alle Istituzioni affinchè non abbassino la guardia nel vigilare sulla qualità delle informazioni e nell’assicurare la loro facile disponibilità di utilizzo e di accesso da parte dei cittadini.

Accesso agli anticoncezionali

L’European Parliamentary Forum on Population & Development (EPF) ha pubblicato i risultati di un’indagine sull’accesso agli anticoncezionali che vede l’Italia al 26esimo posto. Il campione preso in esame era costituito da 45 nazioni. Anche la SIGO, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, ha messo in evidenza come solo il 16,2% delle italiane faccia uso di contraccezione ormonale per via orale contro la media europea del 21,4%. Inoltre il 42% delle giovani donne sotto i 25 anni non utilizza nessuna metodica contraccettiva in occasione del primo rapporto sessuale.

opuscolo contraccezione Onda
In Italia c’è scarsa cultura sugli anticoncezionali (Dati EFP e SIGO)

Scarsa cultura

Quali possono essere le cause di questa scarsa cultura in materia? Una risposta viene fornita direttamente da Francesca Merzagora, Presidente di Onda: “La salute sessuale e riproduttiva rappresenta un diritto umano fondamentale che deve essere preservato e tutelato. Di fatto, però, in Italia manca ancora oggi un programma organico e strutturato di educazione all’affettività e alla sessualità”. Proprio per questi motivi l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, con il patrocinio di SIC, Società Italiana della Contraccezione e SMIC, Società Medica Italiana per la Contraccezione, ha realizzato il documento “Donne e accesso alla contraccezione ormonale – Focus contraccezione orale di emergenza -” con lo scopo di esortare le Istituzioni a prendere le misure opportune e di educare i giovani in merito ai comportamenti necessari per una buona salute sessuale e riproduttiva.

Provvedimenti proposti

ONDA ritiene necessari e propone alle autorità competenti alcuni provvedimenti, peraltro già adottati in diversi Paesi dell’Unione europea:

  • introdurre un corso obbligatorio di educazione alla salute sessuale e riproduttiva nei programmi scolastici;
  • assicurare la qualità dell’informazione tramite piattaforme certificate;
  • migliorare il counseling contraccettivo offerto dai consultori;
  • fornire gratuitamente i contraccettivi che devono essere facilmente disponibili

I risultati dell’indagine non sono esaltanti e dimostrano come ci sia ancora parecchia confusione in merito alla contraccezione in generale e a quella di emergenza in particolare.

Dichiarazioni

La presidente Francesca Merzagora ha dichiarato: “sulla contraccezione, soprattutto quella ormonale, c’è ancora molta disinformazione e le donne hanno le idee ancora più confuse quando si parla di contraccezione di emergenza, ovvero la pillola da utilizzare come ‘ancora di salvezza’ per scongiurare il rischio di una gravidanza, dopo un rapporto non adeguatamente protetto. Secondo l’indagine condotta da Onda nel 2018, il 70% delle intervistate, ad esempio, non sa che agisce spostando in avanti l’ovulazione”. E non è tutto: lo studio ha rilevato infatti che solo il 50% delle donne italiane sa che è necessario assumere tempestivamente il contraccettivo perchè sia efficace, meno del 10% delle intervistate è a conoscenza del fatto che la cosiddetta “pillola dei cinque giorni dopo” è più efficace della “pillola del giorno dopo”, mentre circa il 30% del campione non sa che, per le donne maggiorenni, è possibile l’acquisto della pillola senza ricetta medica.

Campagna Social

ONDA non si è limitata a produrre il documento sulla contraccezione; è stata lanciata infatti anche una campagna di informazione sui canali social dell’Osservatorio. Spiega Francesca Merzagora: “da oggi parte una campagna social rivolta in particolare alle giovani ragazze che attraverso l’uso di video grafici e un’intervista alla ginecologa Stefania Piloni, punta a fare chiarezza sulla contraccezione di emergenza: quali le opzioni disponibili, quando si deve assumere, dove è acquistabile”.

Stefania Piloni, medico specialista in Ostetricia e Ginecologia, coinvolta in prima persona in questa campagna di informazione, ha ulteriormente precisato: “La contraccezione è una scelta importante e deve essere pianificata in base alle esigenze della coppia: il profilattico è la prima scelta in un nuovo incontro perché protegge dalle malattie sessualmente trasmesse, la pillola contraccettiva è invece adatta alla coppia di fiducia, dove i partner sono in un rapporto di fedeltà reciproca. Ma le emergenze esistono e sono tante: la pillola saltata, il profilattico rotto, la disattenzione completa quando ci si espone a un rischio dimenticandosi le protezioni. In tutti questi casi la pillola di emergenza esiste e si può assumere entro 5 giorni dal rapporto a rischio. È sempre meglio comunque assumerla il prima possibile poiché agisce spostando l’ovulazione di qualche giorno, dunque in questi casi la tempestività è preziosa. La pillola del ‘prima possibile’ è dunque una soluzione di emergenza, per una vera pianificazione della contraccezione meglio rivolgersi al ginecologo. Vivere bene la sessualità è importante: rispetta il tuo corpo, non esporti alle malattie sessualmente trasmesse né a gravidanze indesiderate”.