L’argilla è un materiale inorganico costituito da un insieme di sistemi minerali armonicamente coesistenti tra cui spiccano principalmente la silice e il silicato idrato di alluminio. Caratterizzata da un ben precisa struttura cristallina, è classificabile in base a quest’ultima in diverse tipologie: al silicato di alluminio si accompagnano infatti una serie di minerali (calcio, ferro, magnesio, ecc..) che determinano la colorazione finale dell’argilla. Si potranno quindi distinguere le più comuni argille bianche o “caoliniche”, le argille rosse e quelle verdastre. Costante è comunque la presenza, in tutte le argille, di un notevole numero di minerali e di ben sette metalli pesanti (argento, ferro, mercurio, oro, piombo, rame e stagno): la loro concentrazione è in realtà infinitesimale, ma è tale da rendere l’argilla un insieme di preziosi oligoelementi dall’azione riequilibrante, remineralizzante e disintossicante. Le numerose proprietà di questo elemento non dipendono però dalla sua sola composizione minerale, ma sono influenzate da altri fattori quali i metodi di preparazione, la capacità di scambio ionico nei processi osmotici, le modalità di essiccazione, la granulometria e il grado di “ventilazione”. L’argilla da impiegare per uso interno deve necessariamente essere del tipo “ventilato”: viene trattata con un opportuno procedimento che impiega un potente getto d’aria in uno speciale cilindro, ottenendo così una separazione tra i granuli più piccoli e la polvere. Proprio quest’ultima, dalla consistenza simile a quella di una cipria, rappresenta la vera e propria “argilla ventilata”. La maggior purezza e una granulometria più fine, garantiscono una maggiore superficie di scambio e quindi una migliore attività, necessaria soprattutto per l’uso interno.
I vari tipi di argilla hanno in comune alcune proprietà, quali quella detergente, impermeabile, purificante sulle acque e sui liquidi in genere, di assorbire i gas, la capacità di rigonfiarsi in acqua, di trasformarsi in gelatina collosa (plasticità), di emulsionare varie sostanze eterogenee e soprattutto di scambiare ioni. Proprio quest’ultima caratteristica differenzia le argille dotate di poteri curativi da quelle che ne sono prive o quasi. Un’elevata Capacità di Scambio Cationico (CSC) è ad esempio tipica delle argille verdi. Oltre che alla sua CSC, l’argilla deve le sue proprietà salutistiche anche alla capacità adsorbente – ossia di fissazione chimica di un corpo: può infatti assorbire sia liquidi che gas caratteristica che le conferisce un alto potere disintossicante proprio per la capacità di intrappolare batteri e microbi, tossine e scarti del metabolismo intestinale, gas e veleni. Dimostra peraltro un’adsorbenza selettiva, che non solo le permette di non assorbire i nutrienti, come vitamine e minerali, agendo anzi da remineralizzante, fornendo essa stessa numerosi minerali ed oligoelementi. L’argilla può essere utilizzata sia per uso esterno che interno, risultando indicata in un gran numero di disturbi, sui quali avrebbe la capacità peculiare di intervenire in maniera delicata e fisiologica ma efficace. Tipici campi d’applicazione dell’argilla per via interna possono essere la gastrite, il meteorismo addominale e i borborigmi, l’insufficienza digestiva e l’acidità di stomaco, l’ernia iatale, l’aerofagia, la colite, la stipsi. Per via esterna può esserne indicato l’uso in caso di dermatiti, acne e i foruncoli, scottature, eczemi, geloni, ascessi, ma anche dolori articolari e muscolari, infiammazioni vaginali, piede d’atleta, e problematiche tipiche del cuoio capelluto come forfora e capelli grassi. In molti casi è possibile rafforzare l’azione curativa dell’argilla associandola ad altre sostanze naturali, come alcuni oli essenziali: particolarmente diffusa in “argilloterapia” è l’associazione con estratti vegetali, oleoliti, oli essenziali: molto utilizzato per applicazioni dermatologiche è ad esempio l’olio di Melaleuca o Tea Tree Oil, dalle note proprietà antisettiche, antimicotiche ed antinfiammatorie.
Apparato gastroinestinale
Per le sue proprietà cicatrizzanti e ricostruttive, l’argilla, per uso interno, può trovare giusta collocazioni tra i rimedi naturali delle affezioni dell’apparato digerente quali meteorismo, aerofagia, insufficienza digestiva, iperacidità, gastrite, ulcera peptica, colite, enteriti, dissenterie e stitichezza: basti pensare che il magnesio trisilicato contenuto nell’argilla viene ad esempio frequentemente utilizzato come antiacido, perché nello stomaco si converte in diossido di silicio e magnesio cloruro. Il pH della sospensione acquosa, inoltre, vicino alla neutralità, le conferisce un’interessante attività tamponante antiacida che la rende particolarmente utile in caso di iperacidità gastrica o di ulcere. L’uso in caso di meteorismo o comunque in caso di malessere intestinale, trova la sua giusta motivazione nelle proprietà adsorbenti di questa sostanza, che la rendono capace di assorbire i prodotti tossici (putrefattivi) della flora intestinale riducendo la formazione eccessiva di “gas” e favorendone l’eliminazione. Preziose, soprattutto nei casi in cui il meteorismo si associa ad episodi infettivi, le proprietà batteriostatiche dell’argilla, utilizzate nel trattamento di numerose forme infettive quali enteriti, coliti, colibacillosi e affezioni parassitarie.
Dermocosmesi
Per un’azione purificante sull’epidermide, soprattutto in caso di pelle grassa e acneica, l’argilla, semplicemente impastata con acqua tiepida fino ad ottenere un preparato di consistenza cremosa, non troppo densa, può essere applicata sul viso per circa 20-30 minuti, lasciando scoperta la zona perioculare e quella intorno alle labbra: in caso di pelle acneica è consigliabile lasciare asciugare bene fino ad avvertire una sensazione di tensione. L’argilla seccando riesce infatti ad assorbire maggiormente il sebo dei comedoni. Per facilitare la rimozione della maschera si può ricorrere ad un batuffolo di cotone di media grandezza, imbevuto d’acqua tiepida, con il quale si procederà delicatamente all’asportazione dello strato d’argilla. Di volta in volta sarà sufficiente sciacquare il batuffolo con acqua e procedere fino ad eliminazione completa. La maschera va ripetuta almeno un paio di volte a settimana ed è possibile aggiungere all’acqua utilizzata per la preparazione alcuni estratti fluidi di piante come la bardana, la salvia o l’echinacea ola calendula. Dopol’applicazione è consigliabile inumidire la pelle con una lozione tonificante ed eventualmente un leggero strato della crema utilizzata abitualmente.
Precauzioni per l’uso
Se utilizzata in modo corretto, attenendosi a dosi e preparazioni suggerite, l’argilla non è caratterizzata da particolari effetti collaterali. Il suo uso, soprattutto all’inizio del trattamento, può procurare stipsi: in questo caso si provvederà a diminuire la dose e ad aumentare la quantità di acqua. Se dovesse persistere il problema occorrerà interromperne l’ingestione. È inoltre consigliabile ridurre il consumo di grassi: quest’ultimi tendono infatti ad indurire l’argilla, creando piccoli agglomerati che possono intasare l’intestino. Ne è quindi sconsigliata l’assunzione a chi soffre di stitichezza, diverticolite e in tutti i soggetti affetti da patologie che producono alterazioni della motilità intestinale (ilei di qualsiasi natura). Nel caso dell’uso esterno, è bene iniziare con applicazioni di breve durata, sospendendo l’applicazione se si avverte una sensazione di eccessivo calore o di freddo. Durante la digestione inoltre è bene non effettuare applicazioni su petto, pancia o i reni, evitando l’uso anche in concomitanza con le mestruazioni. L’uso esterno per applicazioni cosmetiche o dermatologiche può portare ad eccessiva secchezza, che è bene contrastare con l’applicazione di una crema idratante, evitando le applicazioni ripetute a intervalli troppo brevi.
Stefania La Badessa