I disordini pigmentari della cute sono dovuti principalmente ad alcune modificazioni nel numero o nell’attività dei melanociti. In casi più rari si possono osservare variazioni nel contenuto di carotene (xantodermia) o nella quantità di emoglobina (angiomi). Le principali alterazioni del colore della pelle si dividono in due grandi gruppi:
ipopigmentazioni: scarsità di melanina che si traduce nella mancata pigmentazione di alcune aree;
iperpigmentazioni: eccesso di melanina distribuita in modo anomalo e irregolare.
Le ipopigmentazioni
Comprendono un vasto gruppo di affezioni della cute e degli annessi cutanei e sono caratterizzate da un’alterazione del processo della melanogenesi, che può essere di tipo congenito (albinismo, piebaldismo, nevi acromici) o acquisito (vitiligine, ipocromie post-lesionali). Nel primo caso, a causa di problemi genetici o in seguito a uno sviluppo embrionale alterato, la melanina non è presente nella cute fin dalla nascita; nel secondo caso si osservano dei processi di depigmentazione conseguenti a fattori infiammatori, chimici o fisici. La vitiligine è un’acromia acquisita che si manifesta con chiazze acromiche in corrispondenza delle quali i melanociti non sono più riconoscibili a livello istologico. Le chiazze possono comparire ovunque nel corpo, anche se generalmente si localizzano a livello delle mani, del viso e dei genitali. Probabilmente l’origine di questo disturbo è attribuibile a un difetto di tipo genetico che interessa anche il sistema immunitario e può essere influenzato da fattori esterni (terapie farmacologiche, traumi, stress). La vitiligine può essere focale (limitata a un’area circoscritta), segmentale (interessa una sola parte del corpo, ad esempio un braccio, una gamba o una parte del viso), acrofacciale (colpisce le estremità del corpo, mani e piedi, con o senza il coinvolgimento del viso), generalizzata (le macchie sono distribuite in modo simmetrico o casuale sulla maggior parte del corpo). Inizialmente la vitiligine si manifesta con poche chiazze circoscritte che nella stagione invernale passano quasi inosservate, ma risultano ben evidenti in seguito ad esposizione solare, in contrapposizione cromatica con le aree limitrofe. In casi più rari si osserva una forma acuta, con depigmentazione rapida su tutto il corpo. E’ bene tenere presente che le aree colpite dalle chiazze non contengono melanina, pertanto devono essere protette accuratamente attraverso l’applicazione di prodotti solari, per evitare eritemi e danni più gravi.
Trattamento dermocosmetico della vitiligine
Uno degli ingredienti più utilizzati nel trattamento della vitiligine è il diidrossiacetone (DHA), una sostanza che si lega alle cheratine di superficie impartendo una colorazione scura che dura per alcuni giorni, fin quando gli strati superficiali dell’epidermide non si rigenerano attraverso il normale turnover cutaneo. A livello dello strato corneo il DHA viene convertito in piruvaldeide e attraverso una reazione di Maillard forma le melanoidine, responsabili della colorazione giallo-scura. Il DHA è particolarmente instabile e tende a reagire con diverse categorie di ingredienti, per questo il suo utilizzo necessita di studi formulativi molto accurati. Questi prodotti devono essere applicati con particolare cura, per evitare di ottenere una colorazione poco uniforme, soprattutto a livello dei margini delle chiazze acromiche (che sono più scuri). Negli ultimi tempi sono state studiate altre sostanze pigmentanti, tra cui l’eritrulosio, uno zucchero che reagisce con i gruppi amminici della cheratina attraverso un meccanismo simile al DHA. L’azione dell’eritrulosio risulta più lenta e determina una minore disidratazione, e questo favorisce una distribuzione cutanea omogenea, garantendo una colorazione più graduale e uniforme. Bisogna tener presente che questi ingredienti non incrementano in alcun modo la produzione di melanina e dal momento che non proteggono la pelle dalle radiazioni ultraviolette è bene che siano accompagnati da protettori solari. Gli acceleratori di abbronzatura contengono dei precursori della melanina (come la tirosina) che si pongono l’obiettivo di aumentare la biodisponibilità locale di intermedi necessari per il processo della melanogenesi. Nelle forme localizzate di vitiligine, molti pazienti ricorrono al camouflage, una tecnica di trucco correttivo che utilizza prodotti particolarmente coprenti che consentono di mascherare le chiazze più evidenti. Ovviamente si tratta di un approccio temporaneo che persiste fin quando i cosmetici non vengono rimossi.
Andrea Bovero