Betti (Federfarma Trento): importante migliorare insieme e fare sistema

Betti Paolo Federfarma TrentoPaolo Betti, impegnato da anni in Federfarma Trento, ne è diventato presidente nel giugno del 2014. La sua è una provincia che conta cinquecentomila abitanti serviti da centoventiquattro farmacie, in buona parte rurali, cui si aggiungono ventiquattro farmacie pubbliche, venti dispensari e quattro farmacie succursali: «Questa la forza farmaceutica sul territorio, la capillarità; e mi sento di affermare che siamo una provincia virtuosa, perché siamo molto attenti ai costi, tanto che abbiamo complessivamente la spesa farmaceutica più bassa a livello nazionale», sostiene con giusto orgoglio Betti.

Il problema più grande per le farmacie trentine è costituito dalla conformazione del territorio, molto montuoso e con valli spesso chiuse: «La viabilità, anche se è buona, è piuttosto complicata e questo comporta alti costi logistici di distribuzione e disagi da parte dei cittadini», prosegue il presidente. «Per fortuna questo lato negativo è compensato dall’attenzione dell’ente pubblico che non ha mai fatto mancare l’appoggio alle nostre iniziative e non abbiamo mai avuto un giorno di ritardo nei pagamenti, anche perché noi non abbiamo mai sforato il tetto di spesa farmaceutica. Tutto funziona molto bene anche grazie alle piccole dimensioni dell’area che consente la conoscenza personale tra colleghi, cosa che ci permette di essere molto vicini, solidali e coesi».

«Consorziarci e far rete, con la probabile mediazione di Unifarm, società per azioni di proprietà dei farmacisti, sarà tanto più importante con il paventato ingresso del capitale: «Spero che essendo un po’ “ai margini dell’impero” non saremo i primi a essere aggrediti dai grandi gruppi finanziari, pur se ci rendiamo conto di essere una realtà appetibile. Anche poche realtà in mano al capitale potrebbero creare delle difficoltà, soprattutto alle farmacie cittadine, che sarebbero costrette a competere con le offerte di grandi strutture commerciali: noi come tutte le farmacie italiane abbiamo un’etica che ci porta a lavorare con libertà mentale e a dispensare il farmaco solo se necessario e prescritto secondo precisi criteri, mentre il capitale risponde solo alla logica del profitto. Ora vedremo che iter seguirà il disegno di legge nazionale sulla concorrenza all’esame della Camera: mi auguro sia una spinta a far ancora di più rete, superando l’individualismo e rendendosi conto che il “nemico” non è il collega, ma i grandi gruppi finanziari che potrebbero sconquassare il nostro settore».

Con l’azienda sanitaria di Trento i rapporti sono buoni: «Gli interlocutori spesso sono dei farmacisti e con loro abbiamo un ottimo rapporto di collaborazione: noi titolari abbiamo dato tutta la disponibilità alle varie campagne di screening, abbiamo fatto dei corsi per poter distribuire i farmaci innovativi e abbiamo adottato tra i primi in Italia la ricetta elettronica, che in Trentino è veramente dematerializzata», racconta Betti. «Ci basta la tessera sanitaria del cittadino per avere a video la prescrizione, evitandogli così di fare lunghe code dal medico: vorremmo pian piano arrivare a prenderci del tutto in carico il paziente e addirittura arrivare a fare in farmacia una serie di servizi come per esempio l’analisi del tempo di protrombina per chi è in terapia con anticoagulanti. È un progetto ambizioso, ma col nostro territorio sarebbe davvero un importante servizio: non costringerebbe il cittadino a grandi spostamenti. Non abbiamo invece il Cup, che viene fatto dall’ente pubblico in maniera adeguata».

Ciò che sta particolarmente a cuore a Paolo Betti è l’avanzamento di tutto il sistema farmacia: «Non basta ci siano dieci farmacie di eccellenza, occorre che tutti avanziamo insieme e che possiamo accreditarci come un sistema che si aggiorna e può dare a tutti un ottimo servizio», precisa il presidente Betti. «E vorrei chiudere ricordando ai colleghi che l’unione fa la forza, che il proprio collaboratore è una risorsa preziosa, sperando si sviluppi sempre più lo spirito di partecipazione e la volontà di fare rete reale».

Cornelia Pelletta