L’annuale report curato dal Pgeu sulla carenza di medicinali in Europa mostra, per il 2021, una situazione permanente di carenza di medicinali, che non garantisce continuità nelle cure e grava sul lavoro dei farmacisti. Una soluzione potrebbe risiedere in un sistema di raccordo unificato in grado di consentire interventi tempestivi

È ancora elevata, ma non è peggiorata rispetto all’anno precedente, la carenza di medicinali in Europa. È quanto emerge dai risultati dell’indagine 2021 condotta dal Pharmaceutical group of the european union (Pgeu), che coinvolge le opinioni di professionisti del farmaco di 27 Paesi europei.

Rispetto ai 12 mesi precedenti, la situazione è rimasta stabile in 14 Paesi su 27, mostrando peggioramenti in 7 su 27. Un dato questo, parzialmente incoraggiante se si considera che nel 2019 il peggioramento aveva interessato ben 22 Paesi e 17 Paesi nel 2020.

Tra i prodotti irreperibili, in cima alla lista sono stati individuati: farmaci cardiovascolari (85%) seguiti da quelli per il sistema nervoso (78%) e respiratorio (74%) e dagli antibiotici (70%). Nel 74% dei casi, le farmacie partecipanti hanno indicato, oltre alla carenza di medicinali, una carenza di dispositivi medici come: test fai da te, fasce, termometri, lancette, aghi, lenti a contatto etc. Le principali soluzioni adottate sono state: la sostituzione del farmaco mancante con uno equivalente (92,5% dei casi), la ricerca del medicinale presso altre fonti autorizzate (59%) e l’importazione da altri Paesi (51,8%).

Carenza di farmaci, le conseguenze

Tra le conseguenze principali individuate dai rispondenti, viene evidenziato in primis come la carenza di medicinali non permetta continuità alle cure a molti pazienti, gravando peraltro sul lavoro quotidiano dei farmacisti.

«C’è bisogno di un sistema di raccordo unificato che dia la possibilità, attraverso il monitoraggio del singolo Stato, di intervenire in maniera tempestiva sui decisori politici – ha commentato Roberto Tobia, presidente Pgeu per il 2022 – Si tratta di un problema grave per la farmacia, ma soprattutto per i pazienti, costretti a interrompere una terapia a causa della mancanza di un farmaco. Con la revisione in corso della legislazione farmaceutica generale dell’UE, i responsabili politici hanno ora un’opportunità storica di creare un quadro normativo adeguato per migliorare la prevenzione, il monitoraggio e la gestione delle carenze in tutta l’UE».

Il ruolo rafforzato dell’EMA

Per queste ragioni, Il Pgeu ha visto con favore la recente adozione del regolamento europeo sul ruolo rafforzato dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) nella gestione della crisi delle carenze. «Il Pgeu è fortemente determinato nel sostenere un’azione politica coordinata a livello europeo che possa portare soluzioni significative per i pazienti e gli operatori sanitari. Nonostante la conferma dell’elevata incidenza delle carenze nei Paesi europei, per la prima volta da anni, la maggior parte dei Paesi non ha notato un ulteriore peggioramento della situazione, e questo testimonia la giusta direzione intrapresa» ha concluso Tobia.