Castello (Ordine Genova): situazione difficile ma con segnali di miglioramento

Dopo l’allarme di qualche anno fa sulla delicata situazione patrimoniale delle farmacie liguri, la situazione sembra ora essersi alleggerita, soprattutto per le realtà più piccole e specializzate. E, a sorpresa, ci sono anche interessanti prospettive per i neo-laureati, come spiega il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Genova, Giuseppe Castello.

Giuseppe Castello

 

 

Quali sono i problemi specifici del vostro territorio che un farmacista deve affrontare?

Il problema più critico nella nostra provincia è stato senz’altro il consistente calo nella popolazione che si è verificato negli ultimi anni.

In seguito alla chiusura di alcune importanti realtà industriali (come Ansaldo, Italsider e Api) e la contrazione del porto commerciale, Genova ha assistito a una grave perdita di posti di lavoro e a un conseguente flusso migratorio delle fasce più giovani verso altre città italiane (Milano su tutte) ed estere. Questo fenomeno ha portato a una riduzione degli abitanti da quasi un milione di persone alle attuali 580.000 e ha evidentemente gravato anche sul sistema delle farmacie che hanno visto restringersi il proprio bacino d’utenza e ora si ritrovano in sovrannumero di almeno 35 unità.

Questo fenomeno, inoltre, si è combinato con il momento di crisi economica e con la distribuzione diretta dei farmaci da parte delle Asl e degli ospedali, che ha creato un problema particolarmente incombente per quelle farmacie il cui ruolo sociale preminente consiste nella distribuzione del farmaco. Del resto, questa rappresenta la nostra mission originale.

Nella provincia vi sono anche alcune realtà in Riviera che, durante la stagione del turismo, ottengono qualche vantaggio, ma sono una minoranza. È la città di Genova, naturalmente, a rappresentare la componente principale.

La situazione è grave anche per chi cerca lavoro?

Per i neo laureati in farmacia, in realtà, il momento è un po’ meno drammatico perché in questo periodo specifico c’è una discreta richiesta da parte dei titolari di farmacie e quindi i candidati trovano lavoro in tempi accettabili. Questo è in parte dovuto alle agevolazioni fiscali esistenti per chi assume neo laureati per il tirocinio o per il praticantato. Esiste qualche difficoltà in più, invece, per chi non è neo laureato e magari ha perso il lavoro da un po’ di tempo e ora fatica a reinserirsi.

L’ordine ha messo in atto qualche iniziativa per aiutare i farmacisti in questo momento?

Il Consiglio ha recentemente deciso di avviare nei mesi di settembre e ottobre alcuni corsi di formazione e aggiornamento specificamente dedicati ai colleghi disoccupati e riguardanti le attuali normative, la ricetta elettronica, i software più moderni attualmente utilizzati ecc. In questo modo riteniamo di dotarli di strumenti importanti per il loro reinserimento nel mondo del lavoro.

In passato, la situazione dei bilanci delle farmacie in Liguria era decisamente poco rosea: com’è quella attuale?

Qualche anno fa, quando ero alla presidenza di Federfarma, abbiamo lanciato un allarme perché lo stato patrimoniale delle farmacie liguri era molto debole. Credo che questo sia servito a fare in modo che i farmacisti ponessero ancora maggiore attenzione alla gestione economica dell’attività in un momento in cui la situazione è tutt’altro che florida. Ritengo, dunque, che la situazione stia progressivamente migliorando.

All’epoca risultò che le farmacie medie erano quelle più attrezzate per affrontare il momento di difficoltà: è così?

Sì, nello studio sui bilanci delle farmacie abbiamo verificato che quelle piccole e medie sono quelle che hanno una redditività maggiore. Questo principalmente per due motivi: il primo è che hanno costi minori dato che le farmacie di grandi dimensioni devono sostenere spese molto elevate per sviluppare i fatturati necessari e, in secondo luogo, perché il titolare è molto più presente. Le farmacie troppo piccole, invece, non hanno generalmente un giro d’affari sufficiente per mantenere una redditività adeguata anche se, in alcuni casi, le basse spese di personale permettono ancora la sostenibilità economica. Lo stesso vale anche per le farmacie rurali che si trovano in comuni non troppo piccoli.

Che consiglio si sente di dare ai titolari farmacia per affrontare questo momento?

Ho personalmente avuto modo di apprezzare l’iniziativa di molti farmacisti della nostra zona (soprattutto nell’area di Genova, dove la concorrenza è più elevata) che, con successo, hanno imparato a specializzarsi in alcune branche specifiche come la galenica, l’omeopatia (anche preparando personalmente preparazioni omeopatiche), la veterinaria.

Ritengo che questa possa essere una delle soluzioni per poter sviluppare competenze sempre più qualificate e professionali volte a soddisfare le molteplici e mutevoli esigenze dei clienti-pazienti.