“Cattive abitudini” in crescita tra i giovani, uno studio britannico

Crescono le cattive abitudini, specialmente tra i più giovani, per quanto riguarda il consumo di alcolici e il vizio della sigaretta. Nel Regno Unito, a seguito del primo lockdown, 4,5 milioni di adulti sono stati classificati come bevitori ad alto rischio e si è registrato un incremento di 625mila fumatori nel target 18-34 anni

La pandemia e il lockdown imposto da numerosi Governi come strumento di contenimento del contagio hanno stravolto le abitudini della popolazione, portando, in molti casi, a un incremento di comportamenti nocivi per la salute, tra cui alcool e fumo, soprattutto tra i più giovani. È quanto emerge da uno studio guidato dall’University College London pubblicato sulla rivista Addiction e finanziato dal Cancer Research britannico.

I risultati dello studio

Lo studio, che ha coinvolto anche alcuni ricercatori dell’Università di Sheffield, ha analizzato le modifiche di alcune abitudini, comparando i dati dell’anno 2018/2019 con quelli del 2019/2020, soffermandosi, in particolare, sui cambiamenti riscontrati a seguito della prima chiusura forzata. Le variabili analizzate sono state l’età, il sesso e la condizione socio-economica.

La ricerca ha quindi mostrato un significativo incremento nel vizio della sigaretta durante il primo lockdown del 2020 (+652mila giovani adulti fumatori rispetto a prima della pandemia, con un incremento percentuale di oltre 5 punti: dal 21,5% al 26,8%). Allo stesso modo, nel medesimo periodo, sarebbero stati individuati 4,5 milioni di adulti classificati come bevitori ad alto rischio, con un incremento del 40%. Una situazione, questa, che ha visto maggiormente esposte le donne (+55%) e i soggetti provenienti da gruppi socio-economici svantaggiati (+64%).

Per ciò che concerne i grandi bevitori, si è assistito, invece, a un sensibile decremento nel consumo d’alcool in quelle fasce della popolazione appartenenti a gruppi socioeconomici più abbienti. Tra coloro che erano già fumatori, inoltre, si sono osservati numerosi casi di persone che hanno smesso con successo, lasciando, di fatto, invariati i livelli complessivi di fumo tra gli adulti. Desta comunque una seria preoccupazione l’incremento del tabagismo tra i giovani, anche rispetto al raggiungimento dell’obiettivo che il governo britannico si è posto per il 2030: diventare un Paese smoking free. Per il raggiungimento dell’ambiziosa meta, i fumatori dovrebbero smettere a un tasso del 40% superiore a quello registrato.

I gruppi più colpiti

Sebbene lo studio non spieghi le ragioni che hanno portato a questi incrementi, i ricercatori hanno notato che i giovani adulti e le donne provenienti da ambienti a basso reddito sono tra coloro che sono stati colpiti in modo molto più significativo dalla pandemia. Le motivazioni, secondo gli autori, vanno ricercate nel fatto che molti di loro credono che il fumo e l’alcool possano aiutare a combattere l’ansia e lo stress.

È importante comunque ricordare, in ogni caso, che il fumo è tra le prime cause di insorgenza per almeno per 15 diversi tipi di cancro e l’assunzione anche di piccole quantità di alcool, favorisce l’insorgenza di sette diversi tipi di cancro. Sarà importante valutare nel tempo l’impatto sulla salute di questi cambiamenti nei comportamenti delle persone.

Fonte

  • Jackson, SE, Beard, E, Angus, C, Field, M, Brown, J. Moderators of changes in smoking, drinking and quitting behaviour associated with the first COVID-19 lockdown in England. Addiction. 2021; 1– 13. https://doi.org/10.1111/add.15656