Sono davvero tanti i farmacisti che hanno deciso di partecipare al presidio fuori dalla sede di Federfarma Bologna organizzato da diverse sigle sindacali (Filcams Cgil Bologna, Fisascat Cisl Area Metropolitana Bolognese e Uiltucs Emilia Romagna). L’iniziativa si inserisce all’interno del momento di tensione legato al mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale dei farmacisti.
Il contratto, come si legge in un comunicato della CISL che annunciava la mobilitazione, è scaduto ad agosto 2024, e da quel momento sono iniziate le trattative. La contrattazione si è, attualmente, interrotta a seguito di una proposta di aumento, da parte di Federfarma, di 120 € mensili in tre anni, una cifra che i sindacati hanno reputato totalmente inadeguata se rapportata alla loro richiesta di aumento di 360 €.
«120 € in tre anni è una proposta che non è in grado di coprire minimamente l’aumento dei costi a causa dell’inflazione e che, in un città come Bologna, dove il costo della vita e degli affitti sono aumentanti in maniera incontrollata diventa un fattore che spinge sempre più farmacisti ad andare via dalla città felsinea o ad abbandonare la professione» hanno dichiarato i sindacati.
Negli ultimi anni le farmacie sono cambiate diventando un presidio sanitario di prossimità, al loro interno si possono effettuare sempre più controlli e usufruire di molti servizi. Per eseguire queste prestazioni è richiestala partecipazione costante a corsi di aggiornamento. I farmacisti devono, spesso, dedicare tempo alla formazione dopo il proprio turno di lavoro.
«Si chiede ai farmacisti e alle farmaciste di avere un ruolo sempre più fondamentale nel sistema di cura italiano ed essere sempre di più i primi baluardi a cui il cittadino può rivolgersi – hanno invocato le sigle sindacali, sempre nella nota – i farmacisti e le farmaciste chiedono solo di poter avere: una crescita professionale, una maggiore conciliazione tra la vita personale e il lavoro, tempo e supporto per formarsi e aggiornarsi costantemente oltre ad un aumento salariale dignitoso».