Celiachia: i dati principali della Relazione del Ministero della Salute

Nel 2019 il numero di celiaci nel nostro Paese ha raggiunto gli oltre 225mila, con il rischio di 350mila soggetti non ancora diagnosticati. Il contributo medio pro-capite sulla spesa per i prodotti gluten free è stato di circa 980 euro. È quanto emerge dall’annuale Relazione al Parlamento del Ministero della Salute sui dati del 2019

La celiachia è una patologia cronica multifattoriale che si sviluppa per la combinazione di due fattori: uno ambientale, il glutine nella dieta, e uno genetico. Questi due fattori sono necessari, ma non sufficienti a scatenare la malattia. Solo il 3% di coloro che appaiono geneticamente predisposti, infatti, sviluppano la celiachia. Al momento non è ancora chiaro quali siano i fattori scatenanti. Per la celiachia, l’unico trattamento disponibile resta l’esclusione totale e permanente del glutine dalla dieta. Al momento infatti non esiste alcuna terapia alternativa.

celiachia

I numeri italiani della celiachia

La celiachia interessa circa l’1% della popolazione e si sviluppa in persone geneticamente predisposte. Ciò si traduce nel fatto che in Italia dovrebbero esserci circa 600 mila persone celiache. Tuttavia nel 2019, stando al documento, il numero di soggetti celiaci in Italia ha raggiunto il totale di 225.418, con un aumento di oltre 11mila diagnosi effettuate nell’anno analizzato. Questo potrebbe voler dire che oltre 350mila soggetti sono a oggi ancora senza diagnosi.

Sul totale delle persone che soffrono di intolleranza al glutine, il 70% sono donne e il 66% ha un’età compresa tra i 18 e i 59 anni. Le Regioni che presentano la maggiore incidenza sono la Provincia Autonoma di Bolzano (0,47%), la Valle D’Aosta (0,46%) e la Toscana (0,46%). La regione dove si riscontra invece il maggior numero di soggetti celiaci è la Lombardia (oltre 43mila) seguita da Campania e Lazio (22.320 e 22.157 rispettivamente).

Una volta ottenuta la diagnosi, per il celiaco l’unica prescrizione a oggi scientificamente valida è la dieta rigorosamente senza glutine. Il Servizio sanitario nazionale, nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza, garantisce mensilmente al celiaco un sostegno per l’acquisto degli alimenti senza glutine. Gli alimenti erogati gratuitamente sono quelli che sostituiscono quelli tradizionalmente prodotti con cereali che contengono glutine.

La dieta del celiaco e i tetti di spesa

Una volta diagnosticata la celiachia, il soggetto dovrà seguire tutta la vita una dieta senza glutine che preveda un apporto di carboidrati per il 55%. Di questa quota, il 20% dovrà provenire da alimenti naturalmente privi di glutine, mentre il restante 35% dovrà derivare da prodotti specificamente formulati. Dal momento che la celiachia è stata inserita tra le malattie invalidanti e il suo trattamento nei livelli essenziali di assistenza, il paziente celiaco riceve ogni mese un importo da parte del Sistema sanitario nazionale per l’acquisto di prodotti gluten free.
Si stima che nel 2019 i celiaci abbiano ricevuto un contributo medio pro-capite pari a poco più di 980 euro per la spesa per l’acquisto di prodotti senza glutine in farmacia, negozi specializzati e gdo, per una spesa complessiva pari a 221,34 milioni di euro.

Una tabella di confronto degli anni 2017-2019 mostra che nell’ultimo anno considerato la spesa a carico del Sistema sanitario sia diminuita in modo consistente, di circa 32 milioni di euro (250,7 milioni nel 2017; 253,4 milioni nel 2018; 221,34 milioni nel 2019), senza tuttavia penalizzare i pazienti. La riduzione è frutto dei nuovi tetti di spesa, rivisti nel 2018, e anche della possibilità, in alcune realtà territoriali, di acquistare i prodotti per celiaci nella grande distribuzione organizzata, dove il costo è generalmente inferiore, piuttosto che nelle farmacie.