Coagulazione: NAO e antiaggreganti

Red blood cell is moving in blood vessel. Illustration for science. 3D rendering.

La conoscenza in materia di coagulazione e cure specifiche è sempre più importante per gestire la complessità di pazienti sempre più spesso pluripatologici. Proprio a questo è dedicato il nostro corso “NAO e antiaggreganti”, accreditato per 10 ECM da cui è tratto questo articolo. 

LA COAGULAZIONE

La coagulazione è un fenomeno fisiologico che, in caso di rottura della parete vascolare, attraverso una serie di reazioni biochimiche e cellulari, sequenziali e sinergiche, porta alla formazione di un coagulo.

Questo ha lo scopo di interrompere, o comunque limitare, una perdita emorragica proteggendo, l’organismo dalla riduzione del volume ematico.

Affinché il processo di coagulazione del sangue avvenga in modo efficiente è fondamentale il perfetto funzionamento di tutti i sistemi che, interagendo fra loro, portano alla riparazione della lesione vasale ed all’arresto dell’emorragia.

LE FASI DELLA COAGULAZIONE FISIOLOGICA 

La coagulazione avviene seguendo delle fasi precise,  vediamo quali sono.

  1. Nel corso della fase vascolare, primo evento del processo emostatico, i vasi danneggiati si attivano per ridurre al minimo la perdita ematica.
  2. Il secondo evento della coagulazione, la fase piastrinica, riveste notevole importanza all’interno del processo di coagulazione del sangue.
  3. La fase coagulativa (o plasmatica) è la fase più importante del processo di coagulazione del sangue. In condizioni normali, essa porta all’arresto permanente della perdita ematica.
  4. A questo punto si passa all’ultima fase, quella fibrinolitica. In questa fase si registra l’intervento del plasminogeno, che viene trasformato in plasmina, una proteina che degrada il coagulo di fibrina ripristinando la situazione precedente alla lesione del vaso. La fibrinolisi, quindi, pur facendo parte del processo emostatico, rappresenta una componente antiemostatica.

In condizioni fisiologiche il meccanismo della coagulazione viene attivato soltanto a livello locale e per il tempo necessario ad arrestare il flusso emorragico; nelle altre sedi dell’organismo il sangue mantiene la sua normale fluidità, evitando una coagulazione eccessiva che potrebbe portare a fenomeni trombotici.

NAO: NUOVI ANTICOAGULANTI ORALI

NAO sono farmaci nuovi, di recente introduzione, ben sperimentati negli studi clinici, prescrivibili a carico del Servizio Sanitario Nazionale solo per indicazioni molto precise:

  • prevenzione della trombosi venosa in pazienti sottoposti a chirurgia ortopedica per prote
    si di anca o di ginocchio;
  • cura della trombosi venosa e della embolia polmonare;
  • prevenzione di trombosi venosa e di embolia polmonare in pazienti che hanno già avuto un episodio;
  • prevenzione dell’ictus cerebrale in pazienti con fibrillazione atriale senza difetti valvolari cardiaci.

I NAO sono efficaci quanto i dicumarolici e hanno il vantaggio di non dover cercare la dose adatta in ogni singolo paziente.

Inoltre, di norma, nel paziente stabilizzato, non richiedono prelievi ematici per controllare il grado di anticoagulazione.

GLI ANTIAGGREGANTI

Gli antiaggreganti provocano un allungamento del tempo di emorragia. Possono anche provocare emorragie poiché impediscono alle piastrine di aggregarsi.

Gli antiaggreganti allungano il tempo di sanguinamento, ad esempio in caso di sangue dal naso o di ferite e possono anche provocare la formazione di lividi piuttosto estesi e sproporzionati ai traumi subiti.

Gli antiaggreganti sono molto efficaci nella cura e nella prevenzione delle malattie da trombosied embolia arteriosa, come infarto del miocardio, ictus cerebrale ed arteriopatie periferiche; inoltre è necessario controllare e modificare i fattori di rischio, soprattutto quelli legati allo stile di vita.

È necessario ricordare che qualora l’antiaggregante venisse sospeso, il sangue continua a coagulare meno del normale almeno per alcuni giorni.

Non si devono confondere i farmaci anticoagulanti con i farmaci antiaggreganti; si tratta infatti di due categorie farmacologiche con diverso meccanismo d’azione.

Gli anticoagulanti bloccano i fattori della coagulazione e, di norma, sono utilizzati per il trattamento delle trombosi venose; sono efficaci anche nel trattamento di trombosi arteriose e nella prevenzione di emboli.

Gli antiaggreganti, invece, agiscono sul funzionamento delle piastrine e non sui fattori della coagulazione.

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