Il Decreto Ministeriale n.1147 definisce un nuovo ordinamento didattico per il corso di Laurea in Farmacia, andando ad ampliare il ruolo del farmacista: dalle farmacie territoriali agli ospedali, dal mondo della ricerca all’industria. Mandelli (Fofi): «è un traguardo storico per il futuro della professione»

È stato pubblicato il Decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca n. 1147 (“Revisione dell’ordinamento della classe del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia e Farmacia industriale”), la cui adozione modifica il corso di laurea in farmacia, ampliando il ruolo del professionista della farmacia agli ospedali, alla ricerca, all’industria.

Il decreto definisce un nuovo ordinamento del corso di laurea magistrale a ciclo unico in “Farmacia e farmacia industriale”, che va a rimpiazzare i precedenti corsi LM-13 delle lauree magistrali in Farmacia e Farmacia Industriale. È previsto l’adeguamento da parte delle università a partire dall’anno successivo a quello in corso.

In osservanza alle direttive Europee, i corsi di laurea magistrale della classe avranno la durata di cinque anni, con un semestre di tirocinio professionale pratico-valutativo (TPV) presso una farmacia aperta al pubblico, o in un ospedale sotto la sorveglianza del servizio farmaceutico.

Le competenze indispensabili e le aree di impiego

Il decreto indica anche i contenuti indispensabili che ciascun farmacista dovrà avere acquisito nel corso del proprio iter accademico e cioè:

  • dialogare efficacemente con esperti di specifici settori applicativi,
  • operare in gruppi interdisciplinari,
  • sviluppare sinergie con le altre professioni sanitarie,
  • mantenersi aggiornati sugli sviluppi delle scienze e tecnologie del mondo del farmaco,
  • comunicare efficacemente i risultati delle analisi condotte, in forma scritta e orale,
  • possedere autonomia di giudizio,
  • dimostrare capacità relazionali,
  • sapere interagire con il pubblico.

I farmacisti laureati, recita ancora il decreto “potranno trovare impiego come liberi professionisti o come lavoratori dipendenti, con ruoli tecnici e manageriali di elevata responsabilità all’interno di Farmacie di comunità e ospedaliere, nel servizio farmaceutico territoriale, in Enti pubblici e aziende private”.

Viene inoltre specificato che il semestre di Tirocinio Pratico Valutativo costituisce ora parte integrante del percorso formativo e “si svolge attraverso la partecipazione assistita e verificata dello studente alle attività della struttura ospitante e deve comprendere contenuti minimi ineludibili di valenza tecnico-scientifica e pratico-operativa dell’attività del farmacista”.

Un nuovo, più ampio ruolo all’interno del Ssn

Il decreto definisce la figura del farmacista laureato come “un professionista dell’area sanitaria che, nell’ambito delle sue competenze scientifiche e tecnologiche multidisciplinari (chimiche, biologiche, biochimiche e biomediche, farmaceutiche, farmacologiche, tossicologiche, tecnologiche, legislative e deontologiche) contribuisce al raggiungimento degli obiettivi definiti dal Servizio sanitario nazionale per rispondere adeguatamente alle mutevoli esigenze della società in campo sanitario, ed è in grado di operare per le finalità della sanità pubblica, anche attraverso l’accompagnamento personalizzato dei pazienti, inclusi quelli cronici, per l’aderenza alle terapie farmacologiche, e consulenza alla persona sana a fini della prevenzione delle malattie”.

Sulla base del nuovo iter accademico, il farmacista laureato appare “adeguato ad operare in ambito industriale farmaceutico, affrontando l’intera sequenza del complesso processo multidisciplinare che dalla progettazione, porta alla produzione ed al controllo del farmaco”.

Mandelli (FOFI): un traguardo storico

«L’adozione del decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca che riforma il corso di laurea in Farmacia rappresenta un traguardo storico per la Federazione e per il futuro della Professione – ha dichiarato Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiano (Fofi), come riporta una nota diffusa dalla Federazione – Oggi si concretizza uno dei grandi obiettivi dell’attività federale: il nuovo curriculum universitario sancisce, di fatto, l’ampliamento del ruolo del farmacista e il suo apporto professionale sempre più centrale all’interno del sistema sanitario: nelle farmacie di comunità, in ospedale, nella ricerca e nell’industria».

Mandelli ha ringraziato Maria Cristina Messa, Ministro dell’Università e della Ricerca nel Governo precedente e firmataria del Decreto, frutto del lavoro di un Tavolo Tecnico cui ha preso parte anche Fofi. «Il farmacista ricopre oggi un ruolo di primo piano in ambito clinico, nelle attività di prevenzione e nel processo di cura, tanto nell’ospedale quanto sul territorio, ed è al centro del nuovo modello di assistenza basato sulla prossimità, del quale la “Farmacia dei Servizi” costituisce il pilastro fondamentale – ha aggiunto Mandelli – La revisione del percorso di studi universitario, in cui le conoscenze e le competenze di base saranno integrate con elementi altamente professionalizzanti, al passo con i progressi delle scienze mediche e farmaceutiche, le innovazioni tecnologiche e i nuovi bisogni di salute, rappresenta un tassello cardine per l’avanzamento professionale, coerente con le nuove funzioni dei farmacisti, in tutti gli ambiti in cui operano».