Finora il ritiro dei farmaci antivirali per il trattamento dei casi Covid è stato consentito soltanto presso le farmacie ospedaliere. Cittadinanzattiva, ha richiesto una semplificazione delle procedure che permetta il loro ritiro anche nelle farmacie di comunità, unitamente a una velocizzazione di rilasci e sospensioni del green pass e all’abolizione ovunque del certificato per il rientro a scuola dopo quarantene e isolamenti
Il rapido diffondersi del contagio per via della variante Omicron ha portato a richiedere uno snellimento delle procedure per evitare quella che Cittadinanzattiva ha definito “burocrazia da Covid”.
«Sono numerose le difficoltà che nelle ultime settimane i cittadini segnalano ai nostri servizi di assistenza, informazione e tutela e che denotano la cosiddetta burocrazia da Covid – ha dichiarato Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva – Difficoltà a districarsi fra le regole, tempi lunghi per uscire dall’isolamento e dalle quarantene, anche a causa della richiesta a volte di certificati inutili e di procedure che variano anche di Asl in Asl o da un istituto scolastico all’altro». È importante dunque, sostiene Cittadinanzattiva, semplificare alcune procedure, con l’obiettivo di «alleggerire il sistema, a partire dai medici di famigli e i pediatri fino ai dirigenti scolastici.
Tre sono le richieste che Cittadinanzattiva ha nello specifico rivolto, Con una lettera aperta inviata al Ministro della Salute Roberto Speranza e al Commissario Straordinario per l’Emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, Cittadinanzattiva ha avanzato tre richieste:
- la possibilità di ritirare i farmaci antivirali utili nel contrasto al SARS-CoV-2 in pazienti non ospedalizzati che presentano un’infezione da lieve a moderata anche nelle farmacie di comunità, oltre che in quelle ospedaliere;
- una velocizzazione di rilasci e sospensioni del green pass;
- un’armonizzazione delle procedure con riferimento a quarantene e isolamenti e certificati richiesti per il rientro a scuola.
Spazio alle farmacie di comunità
La richiesta di Cittadinanzattiva parte dal riconoscimento del ruolo svolto dalle farmacie territoriali sin dagli esordi dell’emergenza pandemica in atto che ha, di fatto, portato a un nuovo modello di farmacia in cui il professionista del presidio non svolge più soltanto un ruolo nella dispensazione del farmaco, ma, oltre che nell’erogazione di un vasto insieme di servizi, è determinante nel monitoraggio della terapia e per la farmacovigilanza.
«Sono ovviamente d’accordo con Cittadinanzattiva. Le farmacie in questo periodo di emergenza – ha sottolineato il presidente di Federfarma, Marco Cossolo – hanno dimostrato tutta la professionalità necessaria per somministrare efficientemente tamponi e vaccini. Il farmacista in farmacia ha la professionalità, la competenza e il luogo sanitario idoneo a poter dispensare questa tipologia di farmaci antivirali, consentendo al cittadino di evitare lunghi spostamenti verso le strutture ospedaliere già sotto pressione».
La professionalità del farmacista e la prossimità della farmacia possono, anche in questo caso, giocare un ruolo importante a favore del cittadino. «Come parte integrante del Servizio sanitario nazionale, ancora una volta siamo pronti a lavorare per rispondere ai nuovi bisogni di salute della popolazione, in collaborazione con tutti gli altri professionisti sanitari» ha concluso Cossolo.