Covid, l’importanza dell’intervento precoce a casa

Diagnosi e intervento precoce dei pazienti a casa hanno ridotto significativamente la durata dei sintomi e le ospedalizzazioni per Covid. A dimostrarlo uno studio retrospettivo italiano che ha come prima firma il pofessor Serafino Fazio, pubblicato in anteprima su Medical Science Monitor

A distanza di ormai quasi due anni dalla diffusione dei primi casi di Covid-19, appare via via sempre più chiaro che la diagnosi precoce e l’intervento tempestivo giocano un ruolo cruciale nel ridurre le acutizzazioni dell’infezione e il numero di ricoveri. Un’ulteriore conferma arriva da uno studio italiano, che ha come prima firma il professor Serafino Fazio, componente del Consiglio Scientifico del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 e già professore di Medicina Interna all’Università di Napoli, reso disponibile in anteprima sulla rivista Medical Science Monitor.

Si tratta di uno studio retrospettivo sugli esiti e sui tassi di ospedalizzazione di pazienti con diagnosi confermata di Covid-19 precoce trattati a casa entro i primi tre giorni dall’insorgenza dei sintomi, o successivamente, con farmaci di prescrizione e non di prescrizione, tra novembre 2020 e agosto 2021.

I principali dati emersi

Lo studio ha analizzato le cartelle cliniche di 158 pazienti italiani con Covid-19 diagnosticato precocemente trattati a domicilio. I trattamenti consistevano in: indometacina, aspirina a basso dosaggio, omeprazolo e un integratore alimentare a base di flavonoidi, più azitromicina, eparina a basso peso molecolare e betametasone secondo necessità. L’associazione di trattamento e la tempestività dell’intervento è stata messa in relazione alla durata dei sintomi e al rischio di ricovero.

I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: il primo gruppo, composto da 85 pazienti Covid è stato trattato entro le 72 ore successive all’insorgenza dei sintomi; il secondo gruppo, di 73 pazienti, è stato trattato in un periodo successivo a 3 giorni dall’insorgenza della sintomatologia Covid-correlata. La gravità clinica all’inizio del trattamento è risultata simile in entrambi i gruppi.

Durata dei sintomi e ricovero

Nel primo gruppo la durata media dei sintomi è risultata inferiore a quella riscontrata nel secondo gruppo, 6 giorni a fronte di 13 giorni. Inoltre, nel gruppo trattato tempestivamente non si sono verificati ricoveri, a fronte di un 19,18% riscontrato nel gruppo 2. Ancora, nel gruppo 1 soltanto un paziente ha sviluppato alterazioni della radiografia del torace a fronte di 30 pazienti del gruppo 2; 2 pazienti hanno sperimentato un aumento dei livelli di D-dimero, a fronte di 22 pazienti nel gruppo 2.

È emerso che il principale fattore che andava a incidere sulla durata dei sintomi e sul rischio di ricovero era il ritardo nell’inizio della terapia, confermando l’importanza cruciale della diagnosi precoce e di un intervento tempestivo.