Melatonina ed effetti protettivi sulle cellule retiniche

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La melatonina, l’ormone del sonno, è un prezioso alleato anche per la vista per i suoi effetti protettivi sulle cellule retiniche. Lo hanno confermato gli esperti in occasione del 17° Congresso della Società Oftalmologica Italiana

“La melatonina è sintetizzata in molti tessuti, tra cui l’occhio, dove esercita un potente effetto protettivo sulle cellule retiniche, eliminando le proteine danneggiate, spesso irreversibilmente, per effetto dell’ossidazione”, spiega Gianluca Scuderi, Professore associato di Oftalmologia all’Università La Sapienza e Responsabile UOC Oculistica all’Ospedale Sant’Andrea di Roma. “È stata ipotizzata una stretta correlazione tra la carenza di melatonina e la degenerazione maculare senile, patologia dell’occhio che insorge principalmente dopo i 65 anni e rappresenta una delle principali cause di ipovisione importante nel 7-10% della popolazione mondiale. La malattia si caratterizza per alterazioni nella parte centrale della retina, la macula, causate da una combinazione di fattori ambientali (in primis l’età) e stress ossidativo.  Non dobbiamo dimenticare che l’occhio è l’organo bersaglio del nostro stile di vita e, come tale, subisce i danni di comportamenti scorretti: fumo, dieta ricca di grassi, eccessiva esposizione alla luce blu di schermi e lampade al Led”.

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Chi soffre di degenerazione maculare senile, in particolare della forma secca che è quella più diffusa (85% dei pazienti), si trova ad affrontare una malattia irreversibile, per la quale non esiste una cura definitiva. Scuderi è intervenuto all’incontro “Melatonina dall’occhio al cervello, andata e ritorno”, organizzato, nell’ambito del 17° Congresso della Società Oftalmologica Italiana, da Polifarma.

L’utilità di un’integrazione di melatonina

La produzione di melatonina diminuisce con l’avanzare dell’età: raggiunge i livelli massimi durante l’infanzia – il picco si registra intorno ai 10 anni – per poi ridursi progressivamente fino a raggiungere livelli prossimi allo zero dopo i 65-70 anni. “Per supplire alla riduzione della melatonina correlata all’avanzamento dell’età e proteggere l’occhio dalle patologie della retina che hanno un peso rilevante sulla qualità di vita di chi ne è affetto, è razionale il ricorso all’integrazione di questa sostanza dall’esterno, beneficiando così delle sue proprietà antiossidanti, in grado di eliminare i radicali liberi e inibire significativamente il danno cellulare provocato alla retina”, commenta Giovanni Scapagnini, Professore ordinario di Nutrizione umana all’Università del Molise e Vicepresidente della Società Italiana di Nutraceutica. “Numerosi studi internazionali – tra cui gli studi AREDS condotti dal National Eye Institute statunitense – hanno dimostrato che l’utilizzo di una supplementazione specifica è efficace nel bloccare o quantomeno ritardare la progressione della degenerazione maculare, preservando la visione. Tra le sostanze antiossidanti, anche la melatonina può avere un ruolo importante contro l’invecchiamento dell’occhio”.

 

 

 

 

 

 

 

 

1 COMMENTO

  1. L’acido alfa lipoico è ottimo, con la melatonina, insieme ai 3 antiossidanti cellulari più importanti, come le SOD, la CAT e il GSH px. Tradotto x chi non s’intende di chimica, le superossidodismutasi, che sono 3 metalloproteine , a base di zinco, manganese e rame, la catalase e il glutatione perossidasi (glutatione + selenio). Oltre a queste preziosissime sostanze, aggiungo vitamina E, C ed A o retinolo.

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