Nel corso di un webinar organizzato da Fofi, Fondazione Cannavò e Fondazione Ghirotti, sono stati affrontati i punti chiave per la costruzione della rete territoriale per le cure palliative
“Le cure palliative nel progetto di riforma della sanità territoriale”. Questo il titolo del webinar tenutosi lo scorso 7 giugno 2022, organizzato dalla Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), con Fondazione Cannavò e Fondazione Ghirotti che ha affrontato, con diversi relatori del mondo sanitario, farmaceutico e legislativo, l’evoluzione della Legge 38 del 2010 alla luce del nuovo progetto di riforma sull’assistenza territoriale previsto nel DM 71.
Ad aprire i lavori è stato l’onorevole Andrea Mandelli, presidente Fofi. «Questa iniziativa – ha esordito – vuole essere un momento di riflessione dopo questi anni in cui, a causa della pandemia, molti aspetti assistenziali sono passati in secondo piano. Rileggendo la Legge 38 ancora oggi appare evidente la sua importanza nell’affrontare il tema delle cure palliative. Tuttavia, nonostante la presenza di un quadro normativo e l’impegno degli operatori sanitari, assistiamo ancora a diversi problemi sul territorio. Bisogna quindi approfittare del Pnrr e rimettere in moto la sanità del nostro Paese, colmando quelle lacune che tutti osserviamo. Il DM 71 offre una grande opportunità di mettere assieme i protagonisti del settore e iniziare a lavorare insieme come equipe nell’assistenza di prossimità».
Ancora troppe differenze territoriali
Per quanto, a livello normativo, l’erogazione delle cure palliative sia riconosciuta e regolamentata da anni, sussistono ancora notevoli differenze territoriali. «Il nostro paese – ha osservato il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente della Fondazione Cannavò – dimostra grandi competenze e capacità nella stesura di norme regolatorie, ma s’imbatte purtroppo spesso in un vulnus, certe volte anche mortificante, nell’ambito dei territori. Ciò rappresenta una violazione dei principi di universalità, solidarietà ed equità della sanità». D’Ambrosio Lettieri ha inoltre sottolineato il merito della Legge 38 nell’aver considerato il dolore e le cure palliative come un problema centrale nella vita, non solo nelle cure oncologiche. «Ignorare il dolore o farne un tabù – ha dichiarato – rischia di compromettere la dignità della persona».
Galenica, grande contributo alle cure del dolore
La professoressa Paola Minghetti, presidente della Società Italiana Farmacisti Preparatori (Sifap), ha approfondito il ruolo della galenica e l’impegno dei farmacisti preparatori nel fornire ai pazienti quei trattamenti per il dolore, come la cannabis terapeutica, che non esistono a livello industriale. «La preparazione galenica è un’arma in più in mano alla catena di sanitari che vuole assistere il paziente, non vuole essere qualcosa che si sostituisce a qualcos’altro, ma che si affianca al resto delle cure. Nel caso della cannabis è uno strumento davvero molto importante, ma sussistono ancora diversi problemi legati alla preparazione di questi prodotti e notevoli differenze d’accesso sul territorio».
Farmacista membro dell’equipe territoriale
Come emerso dal webinar, la rete delle cure palliative non può prescindere dalla multidisciplinarità, di cui anche il farmacista è parte integrante. «Dobbiamo cambiare l’atto dispensativo – ha affermato Marco Cossolo, presidente di Federfarma – Durante la pandemia la farmacia è stata riconosciuta come presidio con professionisti sanitari sempre presenti. In farmacia la gente non vedeva un prodotto, ma una persona con cui interagire e a cui chiedere consiglio. Ripartendo da qui, dobbiamo rendere la dispensazione attiva, consigliando il farmaco al paziente, spiegandogli come assumerlo e per quanto tempo e invitandolo il paziente a tornare se il sintomo non si è risolto. A questo punto il farmacista può avvisare il medico che può prendere in carico il paziente. In tal modo si crea una vera equipe territoriale, composta da medico, farmacista e infermiere di comunità, che deve essere alla base anche delle cure palliative».