«Il Disegno di Legge sulle prestazioni sanitarie non prevede investimenti ad hoc e sarà necessario attendere il testo della manovra per capire se la norma diventerà operativa o rimarrà una scatola vuota – ha dichiarato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – Si continua sulla strada di un approccio “a costo zero”, che non risponde alle reali esigenze di potenziamento della sanità pubblica e rischia di compromettere l’efficacia delle azioni proposte, soprattutto in un contesto in cui il Ssn soffre di un cronico sottofinanziamento».
Questa la principale criticità emersa dall’analisi GIMBE del testo del DdL S. 1241 presentata il 22 ottobre scorso, insieme ad alcune proposte, in audizione presso la 10a Commissione del Senato.
Visite ed esami inappropriati
L’analisi condotta da Fondazione GIMBE evidenzia innanzitutto un aumento dei tempi di attesa frutto di uno squilibrio tra offerta e domanda di prestazioni sanitarie che spesso non soddisfa i reali bisogni di salute. La quota di visite specialistiche ed esami diagnostici è inappropriata, contribuendo così a ingolfare il sistema, lasciando indietro i pazienti più gravi.
Aumentare soltanto l’offerta di servizi, una volta esaurito l’”effetto spugna”, rischia solo di indurre un ulteriore aumento della domanda. Proprio per questo risulta cruciale definire criteri di appropriatezza di esami e visite specialistiche, formazione ai professionisti e informazione ai pazienti per arginare la domanda inappropriata di prestazioni.
Nello specifico, ha spiegato Cartabellotta «integrando le misure del DdL liste di attesa, il nuovo provvedimento pone le basi per valutare l’appropriatezza delle prestazioni, espande gli strumenti di governance nazionale e di feedback degli utenti. Tuttavia per aumentare l’offerta punta sugli specialisti ambulatoriali convenzionati, sul privato accreditato e sul lavoro flessibile».
Decreti attuativi, tempi di attuazione, aspetti finanziari
Il DdL prevede 7 decreti attuativi per 2 dei quali non sono stati neppure stabiliti i termini di pubblicazione. Un elemento questo che lascia numerose perplessità circa i tempi di attuazione delle misure.
Un ulteriore aspetto riguarda gli aspetti finanziari. Tutte le misure previste non implicano maggiori oneri per la finanza pubblica, confermando la decisione del Governo di non destinare ulteriori risorse alla sanità.
Le proposte della Fondazione GIMBE
Diverse sono le proposte della Fondazione Gimbe per fronteggiare lo scenario attuale: innanzitutto puntare sul personale sanitario, che sta vivendo una crisi senza precedenti, tanto per incrementare l’attrattività della carriera nel Ssn (grazie ad aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro) quanto in termini di valorizzazione professionale.
Altresì, la Fondazione GIMBE sottolinea l’importanza di superare la visione prestazionistica del Ssn, riportando al centro dell’organizzazione sanitaria i bisogni di salute e la presa in carico dei pazienti. In tal senso occorre tuttavia snellire la governance e incrementare la collaborazione tra Stato e Regioni.
I dubbi pertanto permangono e così il rischio che la riforma possa trasformarsi in una scatola vuota.