Secondo l’Oms, la prevalenza di diabete è in costante crescita. Ad aumentare soprattutto il tipo 2, che rappresenta circa il 90% dei casi. L’International Diabetes Federation ha calcolato che a livello globale il numero di diabetici si attesta a 536,6 milioni. Più di 3,5 milioni i pazienti italiani

Il diabete rappresenta una minaccia sanitaria preoccupante a livello globale, trattandosi di patologia cronica silente che lentamente danneggia numerosi organi e produce complicanze micro e macro vascolari particolarmente gravi. Stando ai numeri diramati dell’International diabetes foundation, i dati più recenti evidenziano a livello globale circa 536,6 milioni di pazienti diabetici, con un numero di decessi direttamente imputabili alla patologia, nel 2021, pari a 6,7 milioni, di cui oltre il 32% ha interessato pazienti under 60.

Sempre l’Idf ha calcolato una spesa sanitaria a livello globale per il diabete di 966 miliardi di dollari nel 2021, pari a circa 1.840 dollari per persona, che potrebbe arrivare a circa 1.054 miliardi nel 2045. Gran parte dei costi sono dovuti al trattamento delle comorbidità e dei ricoveri.

Diabete e prevenzione

I numeri indicano una progressione costante nel numero di casi, con un aumento che interessa il diabete di tipo 2, quello così detto “alimentare”, che rappresenta il 90% dei casi, la cui insorgenza è fortemente legata a un’alimentazione scorretta, eccesso di peso e stile di vita sedentario. Di contro, il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune che si presenta in genere in giovane età e la cui unica cura è rappresentata dall’insulina. Mentre il diabete di tipo 2 è prevenibile, almeno in parte, adottando stili di vita più sani, il diabete tipo 1 può essere difficilmente prevenuto in quanto sono ancora poco chiari i fattori di rischio che interagiscono con la predisposizione genetica scatenando la reazione autoimmunitaria.

I numeri del diabete in Europa

I pazienti diabetici nella regione europea dell’Oms sono quasi 62 milioni, con una prevalenza di crescita in tutta l’area, con punte di incidenza del 10-14% in alcuni Paesi. Questo incremento da una parte può essere spiegato con il generale invecchiamento della popolazione, ma dall’altro è imputabile ad altre condizioni pre-esistenti, come obesità, sovrappeso, sedentarietà e diseguaglianze socio-economiche. Nell’anno appena trascorso, il numero di decessi imputabili a diabete in Europa sono stati ben 1,1 milioni, con la patologia che rappresenta la quarta causa di morte nell’unione.

I dati italiani

Secondo l’Istat, la prevalenza italiana nel 2020 si è attestata al 5,9% della popolazione, pari a oltre 3,5 milioni di persone, con dati di crescita all’aumentare dell’età che toccano il 21% negli over 75. Il sistema Passi dell’Iss ha confermato una prevalenza in crescita legata all’invecchiamento: inferiore al 3% negli under 50 e sopra il 9% fra soggetti di età compresa tra 50 e 69 anni.

La relazione al Parlamento del Ministero della Salute sui dati 2021 ha inoltre messo in luce una maggiore incidenza della patologia negli uomini (5,3% a fronte di un 4,1% delle donne) e nelle fasce di popolazione economicamente svantaggiate.

Nonostante le buone abitudini siano alla base di una corretta prevenzione e cura, nella popolazione con diabete intervistata sono stati evidenziati numerosi fattori di rischio cardiovascolare. L’89,3% ha riferito di non seguire la regola del 5-a-day (assunzione di 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura), il 71% è in eccesso ponderale, il 52,4% è iperteso, il 43,2% ha alti livelli di colesterolo, il 48,9% è sedentario e il 22,9% fumatore.

Gli approcci terapeutici

La Relazione ha posto enfasi sugli approcci terapeutici; difatti il diabete è una patologia rilevante soprattutto per le numerose complicanze micro e macrovascolari a cui le persone vanno incontro. Fra le complicanze microvascolari, la retinopatia diabetica rappresenta la maggiore causa di cecità fra gli adulti e la nefropatia diabetica è la principale causa di insufficienza renale cronica e dialisi. Le persone affette da diabete presentano, inoltre, un rischio più elevato di complicanze macrovascolari (malattie cerebro e cardio-vascolari) rispetto alla popolazione non diabetica e, in generale, hanno un’aspettativa di vita ridotta.

La qualità organizzativa e l’efficienza dell’assistenza diabetologica sono correlate con un miglior controllo della malattia, con una migliore prognosi delle complicanze e con una minore mortalità collegata alla patologia. «Dal punto di vista della Sanità pubblica, la qualità dell’assistenza e la gestione territoriale della malattia sono ritenute, quindi, una condizione fondamentale per tradurre i progressi clinici e farmacologici in una reale prevenzione delle complicanze e in un miglioramento della qualità di vita delle persone con diabete» si legge nella relazione.

L’utilizzo di farmaci per il diabete

In base al rapporto OsMed 2020, il consumo di farmaci per il diabete è rimasto costante tra il 2014 e il 2020, anche se sono aumentati i costi. Nel 2020 la spesa pro capite è stata pari a 18,36 euro, in aumento dell’8,7% rispetto all’anno precedente, mentre per il costo medio di dosi quotidiane si è osservato un valore di 0,78 euro, in aumento del 7,5% rispetto all’anno precedente.

In accordo con i dati relativi alla prevalenza del diabete, le Regioni del Sud hanno un consumo del 33% superiore a quello del Nord (76,7 vs 57,6 DDD) e del +19% rispetto alla media nazionale con un tasso di variabilità regionale estremamente marcato.

La Relazione, infine, ha evidenziato anche i risultati di una survey realizzata dall’AMD – Associazione medici diabetologi (Amd) durante la pandemia, volta ad analizzare l’efficienza dell’attività diabetologica durante il periodo di emergenza sanitaria. Da ultimo, la relazione al Parlamento sul Diabete ha evidenziato le iniziative di sensibilizzazione e prevenzione messe in campo a livello nazionale e internazionale.