Nel corso del 2022 nel nostro Paese sono state emesse oltre 10 milioni di ricette per farmaci anticoagulanti, per trattare quasi 1,8 milioni di cittadini. Più nello specifico, poco meno del 20% ha ricevuto un antagonista della vitamina K, mentre l’80% dei soggetti ha ricevuto un medicinale appartenente alla classe dei nuovi anticoagulanti orali. Sono questi i principali dati emersi dal rapporto Aifa sulle prescrizioni dei farmaci anticoagulanti con nota 97 nel 2022

Nel 2022, in Italia, 1.797.440 persone sono state trattate con un anticoagulante, per un totale di 10.766.022 ricette. In particolare, circa 352mila (19,6%) hanno ricevuto un antagonista della vitamina K (Avk) e circa 1 milione e 444mila (80,4%) hanno ricevuto un medicinale appartenente alla classe dei Nuovi anticoagulanti orali (NAO).

È quanto emerge dal report dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sulle prescrizioni dei farmaci anticoagulanti con Nota 97 (che ne ha esteso la prescrizione ai medici di famiglia) nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare (FANV) effettuate tramite il sistema tessera sanitaria nel corso del 2022.

Disomogeneità regionale rispetto alle schede di prescrizione dematerializzata

In molti casi la prescrizione di questi farmaci era associata a un piano terapeutico in formato cartaceo dematerializzato (indicazione FANV). Attraverso il cruscotto di Tessera Sanitaria è stato possibile individuare tutti i pazienti che hanno ricevuto la scheda di prescrizione dematerializzata, corrispondenti a 437.633 pazienti, il 24,3% dei trattamenti con NAO o AVK. Di questi, 427.827 pazienti (97,7%) hanno ricevuto una scheda di prescrizione per uno dei NAO, il restante 2,3% (9.806 pazienti) ha ricevuto una scheda di prescrizione per AVK.

Il report ha messo in luce una certa disomogeneità tra le Regioni nel ricorso alle schede di prescrizione dematerializzate attraverso il sistema tessera sanitaria. In particolare, per alcune Regioni sono state registrate percentuali inferiori al 10%.

Tassi di prescrizione degli Mmg e appropriatezza

L’età media dei pazienti che hanno ricevuto prescrizioni per anticoagulanti era di 80 anni (range interquartile: 75-87 anni), con oltre metà delle schede prescritte a pazienti over 80.
Quasi la metà delle schede è stata compilata da medici di medicina generale (47,6%): ne consegue che l’introduzione della Nota 97 ha determinato un significativo trasferimento alla medicina generale della gestione dei pazienti in terapia con anticoagulanti orali per fibrillazione atriale non valvolare. Va ricordato difatti che, prima della pubblicazione della Nota 97 (GU n.152 del 17 giugno 2020), la prescrizione dei NAO nella fibrillazione atriale non valvolare era riservata ai soli specialisti.

Complessivamente è stata registrata una sostanziale appropriatezza delle prescrizioni: minime criticità hanno riguardato la prescrizione di anticoagulanti orali in pazienti con insufficienza renale (VFG < 30 ml/min) e/o con anemia (Hb< 1 nei maschi), risultate potenzialmente inappropriate.

Lo switch nelle terapie

Il report Aifa, il cui obiettivo principale è di fornire informazioni circa il profilo dei pazienti in trattamento con anticoagulanti orali, dei prescrittori, come pure dei farmaci utilizzati, propone anche un focus sullo switch di terapia. È stato evidenziato nel rapporto che, a partire dai dati del 2021, Il totale dei soggetti considerati era pari a 220.517, corrispondenti ad altrettante schede di prescrizione. Tuttavia, nel 2022 numerosi sono stati i non pervenuti non comparsi più a sistema, eventualità questa determinata da decessi, migrazioni, cambi di residenza.

Una quota residuale di individui (1.579, pari a meno dell’1% del totale dei pazienti trattati nel biennio 2021-2022) ha effettuato uno switch da una classe farmacologica all’altra. Tra questi, la maggioranza (1.342, pari a circa l’85%) ha sostituito un AVK con un NAO.