Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma, commenta il DM77 con soddisfazione, ma auspica una strutturazione organica e ufficiale del ruolo del farmacista

22 giugno 2022 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto 23 maggio 2022, n. 77 “Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”. Entrato in vigore il 7 luglio, il provvedimento riporta i dettagli operativi e i contenuti definitivi del cosiddetto DM71, così chiamato impropriamente perché considerato lo step successivo del DM70, il decreto ministeriale del 2015 che definiva gli standard dell’assistenza ospedaliera.

L’entrata in vigore del DM77 apre nuove prospettive per l’assistenza territoriale, della quale anche la farmacia sarà parte integrante. Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma e presidente del Pgeu per il 2022, ha commentato i contenuti del provvedimento, mettendo in risalto anche qualche lacuna, che auspica venga presto colmata.

Cosa rappresenta il DM77 per la professione e quali strade apre per il futuro?

La riforma dell’assistenza territoriale delineata all’interno del DM77 è l’occasione per definire ruoli e competenze degli operatori sanitari e creare sinergie. È essenziale in questo contesto favorire l’integrazione delle strutture e dei professionisti sanitari operanti sul territorio (Mmg, infermieri, farmacie, case della comunità etc.), tenendo conto della necessità di dare forma concreta a una vera assistenza di prossimità.

Allo stesso tempo è fondamentale definire percorsi formativi e di aggiornamento che prevedano momenti comuni per i vari operatori sanitari (medici, farmacisti, infermieri), in modo da allineare tutti sia sui nuovi modelli organizzativi e sui compiti di ciascuno nel nuovo contesto sia sui messaggi da comunicare agli assistiti, al fine di adottare protocolli di interventi comuni e condivisi e dare informazioni che vadano nella stessa direzione. La farmacia viene espressamente definita “elemento fondamentale e integrante del Ssn”.

Cosa significa in termini concreti?

Ben prima della pandemia era evidente la necessità di una riorganizzazione dell’assistenza territoriale volta a potenziare il settore delle cure primarie, l’assistenza domiciliare, la prevenzione primaria e secondaria, la telemedicina, nell’ottica di ridurre il carico sulle strutture ospedaliere e mantenere il più possibile i pazienti a casa propria. Le farmacie sono state tra i pochi esercizi rimasti sempre aperti fin dalle prime fasi dell’emergenza sanitaria, impegnandosi a supportare cittadini disorientati e spaventati dalle notizie allarmanti via via diffuse. Hanno dovuto quindi riorganizzare la propria attività per dare risposte adeguate, sia dal punto di vista della corretta informazione sia dal punto di vista dell’erogazione di prodotti e servizi necessari ad affrontare l’emergenza.

Le farmacie si sono impegnate e messe in gioco per erogare nuovi servizi, quali test sierologici, tamponi e vaccini, hanno potenziato le attività di dispensazione di medicinali prima erogati dalle strutture pubbliche nonché le prestazioni di telemedicina. È necessario lavorare per rendere questa novità parziale un elemento organico del sistema, in modo da consentire ai medici di medicina generale di prescrivere tutti i farmaci necessari al trattamento dei pazienti cronici non ricoverati e alle farmacie di distribuire tutti quelli che non richiedono specifiche cautele e controlli in fase di somministrazione.

Parallelamente, è necessario puntare su un riconoscimento strutturale del ruolo della farmacia sul fronte della prevenzione e del monitoraggio delle patologie croniche, mettendo a regime l’effettuazione di screening, la somministrazione di vaccinazioni (compresa quella antinfluenzale), l’erogazione di servizi di primo e secondo livello, particolarmente utili sul fronte del supporto ai pazienti cronici o, comunque, fragili.

Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma e presidente del Pgeu per il 2022

Quindi verrà potenziata la farmacia dei servizi?

In questo senso la farmacia dei servizi diventa un elemento essenziale per rafforzare l’assistenza territoriale anche una volta che l’emergenza sarà superata. Tale ruolo è stato riconosciuto dal cosiddetto DM77. Dobbiamo partire da queste considerazioni per individuare i paradigmi che possono aiutarci a definire la farmacia del futuro, a partire dalla necessità di puntare su una reale assistenza di prossimità in grado di avvicinare davvero la sanità ai cittadini permettendo a ospedali e Asl di concentrarsi sui loro compiti istituzionali.

Ci sono disposizioni mancanti in questo provvedimento che Federfarma avrebbe voluto inserire?

Di potenziamento del territorio si parla da decenni, ben prima che scoppiasse la pandemia. Potenziamento del territorio significa destinare al territorio risorse economiche e professionali adeguate che consentano agli operatori sanitari di contribuire in modo efficace ad avvicinare la sanità ai cittadini. Non si può pensare al potenziamento del territorio se non si riesce a garantire un’adeguata presenza di medici di medicina generale in tutte le aree del Paese, né se non si valorizza l’apporto delle strutture che, durante la pandemia, hanno dimostrato di saper dare risposte rapide, concrete ed efficienti ai cittadini, quali le farmacie.

Il potenziamento del territorio non può essere garantito solo dalla creazione o dall’adattamento di strutture quali le case di comunità. Il primo passaggio essenziale dovrebbe essere la riorganizzazione e la valorizzazione delle strutture e dei presidi già esistenti; una volta fatto questo si può passare a coprire le lacune rimaste, definendo spazi e ruoli di nuove strutture. Sembra invece che si sia partiti, ancora una volta, con una logica top-down, invece che bottom-up. Siamo ancora in tempo per correggere la rotta.

Quale funzione avrà il farmacista nelle cure palliative?

Federfarma da anni è impegnata nel contrasto al dolore inutile. Nel 2010 si è raggiunto un importante traguardo con l’approvazione del provvedimento sulle cure palliative, soprattutto per quanto riguarda la semplificazione della prescrizione e della dispensazione dei farmaci antalgici. Federfarma è portavoce di tali istanze presso le Istituzioni, con le quali collabora attivamente per portare risposte concrete sul territorio.

La nuova farmacia è anche e soprattutto una farmacia di relazione, incentrata sulla persona, in grado di accogliere e ascoltare ogni giorno i bisogni espressi dai malati e dalle loro famiglie. La farmacia offre supporto e orientamento ai malati; sapere che esistono farmaci e centri specialistici che possono alleviare il dolore è importante per contrastare la paura inevitabilmente collegata a ogni forma di dolore e malattia. Le farmacie sono impegnate ogni giorno nella dispensazione dei farmaci antalgici e nel dialogo con i cittadini affinché tali informazioni diventino un patrimonio condiviso dalle persone malate, ma anche da quelle sane.

Leggi l’approfondimento completo dedicato al DM77 su Farmacia News di settembre