Legislazioni europee omogenee, gestione delle indisponibilità, progetti comuni. Sono alcuni dei temi caldi discussi nel corso del Simposio Pgeu, tenutosi di recente a Roma.Abbiamo approfondito con Roberto Tobia, presidente Pgeu per il 2022 e segretario nazionale di Federfarma, i principali punti emersi

Diversi aspetti interessanti legati al mondo del farmaco e al suo corretto utilizzo, alcune criticità e molti progetti per il futuro. È quanto emerso dal Simposio del Pharmaceutical group of european union (Pgeu), che si è tenuto a Roma a inizio dell’estate. Nel corso del dibattito conclusivo, dal titolo “The future of the EU pharmaceutical legislation”, esponenti dei vari Paesi dell’Unione si sono confrontati in merito ai temi caldi in ambito farmaceutico e hanno studiato strategie di intervento comuni. Abbiamo approfondito con Roberto Tobia i principali temi discussi.

Roberto Tobia, presidente Pgeu per il 2022 e segretario nazionale di Federfarma

Partire dall’uniformazione

Tra le tante azioni comuni intraprese a livello internazionale, si sta lavorando innanzitutto per uniformare le legislazioni europee in materia di accesso ai farmaci. «Abbiamo fatto dei passi in avanti verso un’armonizzazione delle norme nei diversi Stati membri dell’Unione proprio per cercare di garantire il principio cardine sancito anche dalla Costituzione italiana, che è il diritto di accesso al farmaco – spiega Tobia – Di fatto ci scontriamo con normative molto differenti da Paese a Paese.

In Italia la situazione non è uniforme nemmeno sul territorio nazionale, perché il Titolo V della Costituzione prevede che salute e sanità siano materia concorrente e questo genera sistemi sanitari diversi perfino da Regione a Regione, molto spesso in piena contraddizione tra di loro. A livello europeo lavoriamo, dunque, con l’obiettivo di armonizzare norme diverse per dare la possibilità a tutti i cittadini di accedere concretamente al farmaco in modo uguale almeno in termini generali».

La questione carenze

Una forte criticità legata ai prezzi diversi nelle diverse nazioni è l’indisponibilità di farmaci che può crearsi a seguito della libera circolazione all’interno dell’Unione e a fenomeni di parallel trade, peraltro legali. «In Italia abbiamo provato, con la piena collaborazione del Ministero della Salute, a bloccare temporaneamente l’esportazione di farmaci salvavita cruciali e insostituibili per alcune categorie di pazienti, in modo da colmare l’indisponibilità che si era venuta a creare a livello nazionale a causa delle esportazioni» chiarisce il segretario di Federfarma. In alcuni casi, spiega, questa si è rivelata una strategia vincente. «Tuttavia, il fenomeno ha radici europee e dovrebbe essere risolto adottando provvedimenti comuni e concertati a livello sovranazionale».

Un esempio pratico

A proposito di indisponibilità, in un progetto pilota realizzato insieme a Portogallo, Francia e Spagna si sta valutando, inoltre, la possibilità di uno scambio reciproco di farmaci partendo da informazioni circa le giacenze nazionali. «Siamo partiti dal sistema di segnalazione spagnolo, che è particolarmente innovativo, per capire quali sono i farmaci indisponibili in un contesto sovranazionale e per trovare il circuito per ovviare alla loro mancanza, recuperandoli dove si possono trovare – illustra Tobia – L’idea è quella di riuscire a usufruire di una rete di comunicazione digitale comune per scambiarsi informazioni sulle giacenze di tutti i Paesi europei, in modo da intervenire per mitigare il problema delle indisponibilità».

Bugiardino? Mantenerlo anche cartaceo

Un altro tema importante di cui si è parlato è la possibilità, proposta all’interno della Commissione Europea, di abolire il foglietto illustrativo cartaceo, sostituendolo con uno digitale. «Il parere condiviso è che al momento il foglietto illustrativo cartaceo resti uno strumento prezioso e insostituibile, fondamentale per ampie fasce di popolazione che non hanno possibilità o abilità a utilizzare mezzi informatici come un computer o uno smartphone – afferma a tal proposito Tobia – Dobbiamo tutelare il diritto di tutti i cittadini, compresa la popolazione anziana e più fragile, a ricevere informazioni autorevoli, efficaci e oggettive sui farmaci. Non si tratta di fermare il progresso tecnologico, ma di avanzare unendo i due metodi, senza mai trascurare gli effetti che bruschi cambiamenti potrebbero comportare.

Senz’altro sarebbe utile una semplificazione, rendendo il testo più leggibile grazie a caratteri più grandi, magari inserendo pittogrammi per una più immediata comprensione. Probabilmente in futuro sarà possibile accedere alle informazioni complete sul farmaco tramite un codice impresso sulla scatola. Sono mille i modi che possiamo immaginare per accedere a una banca dati che contenga le notizie indispensabili, ma al momento è assolutamente prematuro pensare a un’abolizione del foglietto illustrativo cartaceo».

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