Farmacie, dai vaccini al boom dei tamponi

L’estensione del Green Pass obbligatorio a lavoratori e insegnanti non vaccinati sta facendo impennare le richieste dei test antigenici rapidi. Poche le segnalazioni di reazioni avverse a Vigifarmaco

Con spirito di servizio, quali presidi sanitari di prossimità sul territorio, le farmacie italiane stanno svolgendo un compito molto importante nella battaglia contro il Covid, sia somministrando i vaccini sia eseguendo i test antigenici rapidi, per i quali si registra un autentico boom. In base ai dati di Federfarma, infatti, sono oltre 8500 (su circa 19 mila) quelle che hanno aderito (qui l’elenco aggiornato) al Protocollo d’intesa siglato il 5 agosto, sottoscritto dai presidenti di Federfarma, Assofarm, FarmacieUnite, Ministero della Salute e Commissario straordinario all’emergenza, che prevede, inoltre, prezzi calmierati (15 euro, 8 per i minori).

Vaccinazioni in farmacia, due testimonianze dirette

Tra le 21 farmacie scelte dalla Regione Lombardia come centro vaccinale sperimentale, una delle due di riferimento per la provincia di Monza e Brianza è la farmacia Dante del dottor Cocchi, di Cesano Maderno. «Finora abbiamo somministrato 100 dosi e non abbiamo mai registrato alcuna reazione avversa – fa sapere il titolare Gianangelo Cocchi – I vaccinati sono venuti un po’ da tutte le parti della Brianza e come per tutte le 21 farmacie in Lombardia viene utilizzato, in quanto fornito dalla Regione stessa, solo il preparato di Johnson&Johnson per gli over 60. Nessuno dei nostri vaccinati ci ha riferito episodi di dolore nel luogo di somministrazione e neanche alcuna alterazione febbrile».

Staff Farmacia Dante, Cesano Maderno

Il farmacista è nella rete di professionisti cui ci si può affidare per la segnalazione, insieme con il medico di base, l’Asl e il Centro vaccinale. Al momento sono ancora pochi i cittadini che si affidano al farmacista. Le segnalazioni di eventi avversi sono quelle non gravi, riferite più a dolori muscolari, spossatezza, febbre, emicrania, sbalzi pressori. «Finora non abbiamo ancora usato il sito Vigifarmaco in quanto non abbiamo ricevuto richieste».

Una delle problematiche nella somministrazione dei vaccini è stata la gestione dei casi d’ansia pre- e post-inoculazione. «È capitato un caso, ma l’abbiamo gestito facilmente, abbiamo lasciato il soggetto a riposo per un po’ di tempo per farlo ambientare, dopo di che si è tranquillizzato. Gli over 60 di questo periodo sono un po’ tutti titubanti. Non c’è una tecnica o un metodo, ma occorre capire un po’ le ansie del soggetto, se il problema è il vaccino o la puntura: la vaccinazione è sempre un momento emozionale».

Nella farmacia sono state individuate e approntate quattro zone per la vaccinazione, opportunamente separate una dall’altra:

  • area di preparazione della dose vaccinale, che è il laboratorio della farmacia;
  • area di accettazione in cui si esegue l’anamnesi del paziente, effettuata da Cocchi o da un collaboratore opportunamente formato;
  • area di somministrazione in cui il farmacista effettua l’inoculazione;
  • area di monitoraggio dove il vaccinato rimane in attesa per 15 minuti dopo la vaccinazione stessa sotto la sorveglianza di un farmacista.

«In caso di reazione anafilattica, orticaria improvvisa, problema respiratorio o di ipotensione arteriosa dovuta alla vaccinazione, il farmacista stesso fornirà un supporto di emergenza, avvisando immediatamente il numero di Pronto Soccorso 118, il cui intervento sarà assicurato nel più breve tempo possibile dopo aver proceduto a posizionare il paziente nella posizione a lui più confortevole. Ovviamente per quanto riguarda lo shock anafilattico si prevede anche la somministrazione di adrenalina che deve essere sempre tenuta a portata di mano.

Penso che al più presto tutte le farmacie regionali potranno partire con questo servizio, che per tutti i miei colleghi diventerà una cosa di cui essere orgogliosi. Ho appurato in prima persona come tutti quelli che fin qui sono stati vaccinati nella mia farmacia abbiano veramente apprezzato questo servizio soprattutto per la fiducia che la gente nutre nei confronti del farmacista stesso».

Un’altra testimonianza arriva da Paolo Piana, titolare da 27 anni della farmacia Pesenti, a Milano, esercizio che esiste da oltre 70 anni. La farmacia Pesenti non è però centro vaccinale. «Non facciamo vaccinazione per un problema di spazi, ma anche di anamnesi: è la cosa più importante, perché si possono avere reazioni. Un conto è il paziente che si sente male perché è agofobico, altra cosa è se va in arresto cardio-circolatorio. Secondo il decalogo della vaccinazione scritto da Ats, occorre avere a disposizione uno spazio di 300 mq, metratura di cui a Milano è difficile disporre. Serve per anamnesi, per vaccinare, per i pazienti se hanno reazione avversa. Avevo trovato anche un medico in pensione, un ospedaliero, e un’infermiera, ma secondo la Regione dovremmo fare da soli».

Farmacia Pesenti, Milano

Sulle segnalazioni di reazioni avverse, si conferma un uso limitato del servizio. «Non abbiamo fatto finora segnalazioni di reazioni avverse ad Aifa; quelle che ci vengono riportate sono dei pour parler di persone che hanno già informato il medico di base. In genere si tratta di indolenzimento, febbre o rallentamento dei movimenti che dura però 24-36 ore. Altri casi riguardano febbre salita a quasi 40 gradi con la prima dose di Astra Zeneca, tachicardia con Pfizer. Chi ha fatto l’eterologa lamenta qualche problema per la seconda dose».

Boom di tamponi in farmacia

Rimane sempre alta, come accennato in precedenza, anche la richiesta dei tamponi. Vi è poi anche la novità dei salivari molecolari (che non hanno prezzi calmierati) con validità di 72 ore per il Green Pass. Una recente circolare del Ministero della Salute ha però delimitato il loro uso in alcuni ambiti specifici, chiudendo ai rapidi, giudicati non ancora affidabili.

Con l’ampliamento della platea dei soggetti che non si sono vaccinati e necessitano di Green Pass, dagli insegnanti ai lavoratori, si è innescato un tam tam alla ricerca della farmacia che esegue il tampone in modo indolore, non solo quella che applica prezzi convenienti. Aumenta anche la richiesta del servizio, soprattutto nel weekend, sia in concomitanza con il maggior numero di attività sportive sia per esigenze lavorative. «Non si dovrebbe avere dolore: solo un po’ di fastidio – precisa Gianangelo Cocchi – Per effettuare il test come si deve, bisogna tenere il volto molto alto, in modo che la cavità nasale sia facilmente individuabile: il trucco è questo. Incide poi la qualità dei prodotti, i bastoncini dovrebbero essere i più sottili possibile».

«Il prurito è normale, essendo un tampone rugoso – riflette Paolo Piana –. ma non deve fare male, lo eseguiamo anche su bambini e per i più piccoli abbiamo infermiere pediatriche. Il problema è che i test dovrebbero farli farmacisti e personale dedicato: qualche collega utilizza altre persone. Noi abbiamo fatto un corso con tanto di certificato».

Il Green Pass sta spingendo sui tamponi rapidi: nelle farmacie del Friuli-Venezia Giulia, per citare un esempio, ne sono stati eseguiti oltre 95mila in un mese. «Ne facciamo circa 50 al giorno, si è scatenato un mercato. Sui modelli chiediamo le credenziali alle aziende, tre quarti arrivano dalla Cina e verifichiamo che siano autorizzati dal ministero. Noi facciamo i tamponi rapidi di seconda generazione, senza fluorescenza. Prossimamente potremo fare il prelievo del campione per l’esame molecolare salivare che inviamo a un laboratorio che certifica, con trasporto garantito. Non vendiamo, invece, i kit fai-da-te: è anche sbagliato un tampone con costo al ribasso, perché secondo me va incentivata la vaccinazione».

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