Essere farmacisti in Uk dopo la Brexit

È ancora nebuloso il futuro dei farmacisti europei che vivono in Uk dopo il voto degli inglesi sulla Brexit, e ancora più nebulose le opportunità per chi, in Gran Bretagna, ci vorrebbe entrare ora.

Tower Bridge London

Fino a ora, essendo il Regno Unito parte della Comunità Europea, la laurea in Farmacia era automaticamente riconosciuta, bastava inviare una serie di documenti all’ordine dei farmacisti inglesi, ci si poteva iscrivere ed era possibile iniziare a lavorare.

Ora il referendum cambierà le carte in tavola? Probabilmente sì, anche se ancora non si sa in che modo. In questi giorni post referendum, piovono teorie a profusione.

Razionalmente sembra improbabile che mandino a casa tutti gli europei che già lavorano nel settore sanitario (medici, farmacisti, infermieri), la nazione crollerebbe in tal caso. Si parla della possibilità di identificare col National Insurance Number chi era già qui prima del referendum e chi no, privilegiando i primi. A mio parere avranno vita più complicata i liberi professionisti rispetto ai dipendenti, perché non possono assicurare un impiego stabile e duraturo.

Aumenteranno sicuramente le procedure burocratiche sia per chi è già qui (è presumibile che chiederanno un visto e questo significa ulteriore dispendio di soldi e tempo), sia per chi vuole entrare, difficilmente ci sarà più la possibilità di “partire all’avventura” senza avere un contratto di lavoro.

Un’uscita dall’Europa cambierà anche la procedura per l’iscrizione all’ordine per la quale sarà probabilmente richiesto un esame di lingua come lo Ielts e l’esame di Stato in Uk. Con relativo tirocinio. Di ben un anno. Si dissolve il motivo per cui molti sceglievano il Regno Unito, invece che Canada, Usa o Australia.

Non avranno vita facile nemmeno i colleghi che lavorano nelle università, che sono impegnati nella tanto sognata ricerca che in Italia non si riesce a fare. Tanti fondi arrivano proprio dall’Unione Europea. E senza quelli?