Berti (Ordine farmacisti di Siena): la farmacia deve essere un centro di servizi riconosciuto

Alessio Berti, titolare dell’omonima farmacia di Castellina in Chianti e vice-presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Siena
Alessio Berti, titolare dell’omonima farmacia di Castellina in Chianti e vice-presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Siena

Affinché l’introduzione dei servizi nell’offerta delle farmacie possa essere efficace nel contrastare concorrenza pubblica, aggravi burocratici e ridotta redditività del farmaco, è indispensabile che la farmacia venga riconosciuta come punto ufficiale d’erogazione dei servizi e vengano stabiliti livelli adeguati di remunerazione. A pensarla così è Alessio Berti, titolare dell’omonima farmacia di Castellina in Chianti e vice-presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Siena che auspica l’introduzione di una nuova specifica regolamentazione.

Alessio Berti, titolare dell’omonima farmacia di Castellina in Chianti e vice-presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Siena
Alessio Berti, titolare dell’omonima farmacia di Castellina in Chianti e vice-presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Siena

Come si caratterizza il settore delle farmacie in provincia di Siena?

La distribuzione del farmaco in provincia di Siena si articola attraverso modalità diverse:

farmacie private e pubbliche convenzionate; farmacie ospedaliere per la distribuzione in dimissione e per i farmaci “Osp 2” monitorati; distribuzione per conto da parte delle farmacie private e pubbliche con remunerazione a onorario; distribu-zione diretta per cronici e altospendenti da parte delle farmacie aderenti al progetto (pubbliche) con remunerazione a ono-rario in base al prezzo di fustello; distribuzione diretta da parte della Usl per le Rsa (case di riposo e similari).

Quali sono i problemi specifici che un farmacista deve affrontare nella vostra area?

Come si evince dalla risposta precedente, la cronica tendenza da parte delle USL alla distribuzione più o meno diretta del farmaco sta riducendo lentamente, ma abbastanza cospicuamente, lo spazio economico derivato dalla distribuzione con-venzionale, creando problemi di non poco conto per l’azienda farmacia. D’altro canto la riduzione continua dei prezzi, do-vuta principalmente alla scadenza dei brevetti e alla relativa introduzione del farmaco generico aggrava la situazione con conseguente calo dei fatturati a fronte di sempre maggiori impegni burocratici,che impediscono di fatto quella logica ridu-zione di personale e spese fisse, che dovrebbe configurarsi in caso di decrescita.

Vi sono, per contro opportunità specifiche offerte dal vostro territorio?

Al momento non si intravedono particolari brillanti opportunità, in attesa che una buona strutturazione di alcuni servizi da fornire attraverso le farmacie si possa materializzare con concretezza (autoanalisi, Mis.P.A., holter pressorio, consulenze specialistiche ecc.)

Manca una regolamentazione concordata e condivisa con l’ente pubblico, che possa individuare nella farmacia un punto “ufficiale” di erogazione servizi con remunerazione adeguata e compatibile con le esigenze economiche aziendali. In più va individuato un “livello minimo” d’erogazione per tutte le farmacie, comprese quelle piccole e piccolissime, che comunque svolgono un importantissimo lavoro di presenza capillare sul territorio.

Nelle vetrine delle vostre farmacie spiccano spesso prodotti decisamente insoliti: liquori, latte d’asina, calzature, acqua di colonia artigianale ecc. Come mai è così diffusa questa tendenza?

L’offerta di prodotti particolari e afferenti a svariate e anche curiose categorie merceologiche deriva principalmente dal fatto che il titolare ricerca mercato alternativo al farmaco, che ormai non offre più le soddisfazioni economiche per il mantenimento di un servizio sempre comunque unico e irrinunciabile per l’utenza, che continua a individuare nella farmacia un punto di riferimento essenziale e qualificato.

Un altro aspetto che salta agli occhi è il rilievo che le singole farmacie pongono alle proprie origini storiche. Che valore aggiunto offre, a suo parere, questo “fattore storico” in un momento in cui il settore sembra chiamato ad adattarsi alle nuove tecnologie e a condizioni di mercato globale?

Il richiamo alle origini storiche delle farmacie si caratterizza come una forma di garanzia per l’utenza, che riconosce nella esperienza del titolare una certa sicurezza nella individuazione del rimedio di prima istanza. Ciò non toglie che il progresso tecnologico possa andare di pari passo alla difesa delle origini “spezialistiche” della professione, da tempo chiamata a coniugare la scienza tradizionale con le moderne concezioni commerciali e imprenditoriali.