Federfarma contraria a scelta della Asl 7 di Siena sulle consegne di farmaci a domicilio tramite postino

«Mentre l’Italia parla della necessità di monitorare il consumo dei medicinali e di garantire la migliore aderenza alle terapie da parte dei pazienti per migliorare i risultati delle cure, ridurre i ricoveri dovuti all’uso non corretto dei farmaci ed evitare gli sprechi (si veda in proposito la recente normativa in materia di fascicolo sanitario elettronico e dossier farmaceutico), l’ASL n. 7 di Siena decide di affidare ai postini la consegna a domicilio dei farmaci acquistati dalla ASL stessa e destinati ad assistiti “altospendenti”». È la denuncia di Federfarma di fronte alla decisione dell’Azienda ospedaliera toscana e, nella nota, l’Associazione titolari prosegue: «Si tratterebbe di pazienti che, anche se non identificati con precisione dalla delibera, devono assumere più medicinali contemporaneamente per varie patologie. Stiamo cioè parlando proprio di terapie complesse che richiedono un attento monitoraggio per verificare che l’assunzione dei farmaci avvenga nel modo corretto, al momento giusto e nelle dosi prescritte».
Il sindacato dei titolari di farmacia fornisce anche dei numeri precisi sulla spesa farmaceutica toscana a sostegno della propria tesi: «precisiamo che in base ai dati AIFA riferiti all’anno 2012, in Toscana la spesa farmaceutica pro capite, formata da convenzionata netta, diretta e ospedaliera, è di euro 287,9, superiore quindi alla media italiana che è di € 281,6 e nona in classifica per maggior spesa. Sempre in Toscana, la spesa netta pro capite convenzionata per i farmaci erogati dalle farmacie è tra le più basse in Italia (€ 126,7 contro una media nazionale di  € 148,9), a tutto vantaggio della spesa farmaceutica pro capite diretta e ospedaliera di euro 161,2 che è invece  tra le più alte a livello nazionale (la media è di € 132,7). Ciò però non significa che l’assistenza al cittadino toscano sia la migliore, visto che vi sono regioni con minor spesa farmaceutica pro capite per le quali tutto si può dire fuorché la mancanza di eccellenza. Eppure, a Siena si pensa di alimentare ulteriormente lo spreco della spesa farmaceutica diretta e/o ospedaliera, mandando pacchi di medicinali a domicilio del paziente, in barba al dialogo medico-farmacista-paziente, ai controlli sulla compliance, alla verifica del mantenimento dell’efficacia delle terapie, concetti ancor più validi per pazienti cronici e/o in politerapia».
Per concludere con un appello al ministero della salute e alle Regioni affinché s’inizi «a lavorare al Patto per la Salute, perché prevalga buon senso, rispetto delle regole e uniformità di garanzie su tutto il territorio nazionale, perché non si abbandoni la salute dei cittadini a mere logiche locali di gestione della spesa».