Alla delusione della filiera distributiva del farmaco per non essere ancora arrivati alla definizione della nuova remunerazione, si aggiunge quella procurata dall’Adf, con la lettera inviata al ministro della salute Renato Balduzzi in merito al nuovo decreto, nella quale, senza alcun confronto, come ci spiega il direttore generale di Federfarma Servizi, Giancarlo Esperti, «si è parlato in nome di tutta la distribuzione intermedia». «Nel momento in cui si firma un accordo, non si possono fare altre proposte, altrimenti vuol dire che si stanno prendendo le distanze dal passato».
Quindi: «Prima di inviare la proposta, sarebbe stato opportuno e corretto, parlarne con noi».
In sostanza, direttore, al di là della forma, il dissenso da cosa nasce?
Sostanzialmente i punti critici sono tre: la quota fissa del grossista indicizzata, la quota fissa non scontabile né cedibile nemmeno in parte alla farmacia né trasferibile nel caso di vendite dirette effettuate dall’industria e il differenziale minore spesa Ssn, valore minimo garantito e vendite dirette. Si tratta di proposte inaccettabili per noi, perché significano ingessare il mercato.
Di conseguenza anche le farmacie?
«Certamente la sclerosi del mercato e dei margini che ne conseguirebbe, andrebbe a incidere sull’autonomia e la libertà di impresa delle farmacie».
Interpellato da Farmacia news, il presidente di Adf, Aldo Pesenti, non ha rilasciato alcuna dichiarazione.
Non manca al fianco di Federfarma Servizi, la voce del presidente di Federfarma, Annarosa Racca:
Presidente Racca, il ministro Balduzzi in occasione dell’incontro di Federfarma con i rappresentanti della politica, ha detto che: «Non è pensabile che una novità così importante e a lungo discussa possa essere decisa per decreto; deve essere condivisa». Ciò significa stop al decreto sulla nuova remunerazione?
«Questo accordo non va bene a nessuno, non piace a nessuno e il ministro Balduzzi ha detto sinceramente che non lo porterà avanti. Ha assicurato che lo spazio per cercare una soluzione insieme, è ancora aperto e che l’accordo sarà approvato solo se condiviso».
In quest’ottica, ora, come agirete nei confronti della spaccatura con Adf?
«Adesso cercheremo di parlare. È una questione che andrà meglio concertata».
Il tempo stringe in vista delle elezioni, ma non scalfisce dunque, la volontà dei farmacisti di giungere insieme, in modo concreto, all’obiettivo.
M. Elisabetta Calabrese