Racca: serve un patto per l’assistenza farmaceutica

Annarosa Racca

Quasi mille farmacisti, arrivati da tutta Italia, hanno partecipato al vivace dibattito offerto dal convegno di Federfarma su Le domande della farmacia, le risposte della politica. Presenti i rappresentanti dei principali partiti, Federfarma apre il dialogo a 360° con le forze politiche, per comprendere verso quale modello di farmacia vogliano indirizzarsi.

Occorre fare chiarezza e avere dalla politica risposte concrete nei riguardi di un servizio che vuole continuare a essere un presidio professionale di qualità. Per questo, alla politica è proposto un patto, che assicuri sicurezza, economia e assistenza ma, dalla politica, ci si aspetta che arrivino programmazione, sviluppo della rete e concertazione per procedere sulla base di  decisioni condivise ed evitare in futuro qualsiasi forma di blitz nel momento in cui si adottano provvedimenti che comportano conseguenze per la farmacia e per lo svolgimento del servizio farmaceutico.

A margine dell’incontro abbiamo raccolto il commento del presidente di Federfarma, Annarosa Racca:

Presidente, si ritiene soddisfatta dalle risposte arrivate dal mondo politico sul futuro della farmacia italiana?

Direi proprio di sì, perché tutti gli esponenti politici hanno dimostrato attenzione alla farmacia, riconoscendo il ruolo svolto nel SSN e hanno dichiarato piena disponibilità al dialogo e alla concertazione, cosa che è drammaticamente mancata e che invece è fondamentale per portare avanti una nuova fase del sistema farmaceutico. Senza concertazione non possiamo programmare il futuro della farmacia né come azienda né come  servizio in continua evoluzione.

Questo significa ridare fiducia alla politica che vi ha deluso?

La fiducia nasce dalle certezze. Noi vogliamo avere delle certezze: vogliamo sapere se la farmacia è del professionista, vogliamo sapere se la fascia C rimane in farmacia, vogliamo sapere cosa succede della remunerazione. Oggi ci sono arrivate delle risposte da parte di chi ci ha sempre difeso, ma si è anche aperto un dialogo con chi, invece, non ci ha difeso affatto.

Perché a suo giudizio, finora la politica non vi ha compreso?

Non so se è questione d’incomprensione o se ci sono degli interessi. Io dico solo che oggi noi dovevamo essere assolti dall’insopportabile accusa di essere un freno allo sviluppo di questo Paese e questo obiettivo spero sia stato raggiunto. 

M. Elisabetta Calabrese

4 Commenti

  1. bisogna dire che ci ha difeso solo il PDL altrimenti sarebbe stata liberalizzazione selvaggia – lo scopo era creare una moltitudine di soggetti deboli schiacciati dai giganti delle COOP (rosse) e dalle altre multinazionali .
    La linea che bisognava tenere secondo me era che : una se una cosa è farmaco
    si vende in farmacia o non è farmaco e allora lo vendessero dove cavolo vogliono anche all’edicola – punto
    Michele

  2. perché non si richiede l’obbligo di un prezzo fisso per i farmaci veterinari
    come per l’umana? Darebbe qualche possibilità alle rurali che vedono
    che i farmaci vet si possono vendere dappertutto tranne che in farmacia! Farmacia Capello CardèF

  3. ma siamo proprio sicuri che tutti questi politici intervenuti difenderanno la fascia C in farmacia? A me sembra solo campagna elettorale…vedremo…

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