La ricerca scientifica è un gioco di squadra, fatta di expertise, di “alleanze” e obiettivi comuni. Tanto più necessari quando in campo ci sono le malattie genetiche rare. Ancora caratterizzate da unmet needs, scientifici e terapeutici. Per mettere un tassello in più nella conoscenza di queste patologie difficili, Fenagifar (Federazione nazionale giovane farmacisti) e Fondazione Telethon uniscono sforzi, impegno, dedizione e investono (anche) sui giovani, promotori di idee e di innovazione scientifica.

Una partnership annunciata

Nel corso dell’evento “Junior in Farma”, tenutosi in occasione di Cosmofarma 2022, Carolina Carosio, presidente di Fenagifar, aveva anticipato, tra le progettualità del 2022, l’impegno della Federazione a fianco di Fondazione Telethon nel promuovere la ricerca di malattie genetiche rare, con l’intento di renderla accessibile a tutti. Una ricerca quanto più possibile partecipata dai giovani, risorsa del presente e del prossimo futuro, cui è rivolta anche una importante azione di sensibilizzazione verso quanto sta “dietro le quinte” di un progetto di ricerca.

A queste prime notizie è seguito l’annuncio ufficiale della partnership delle due istituzioni nella cornice del Museo Ferruccio Lamborghini, sempre in occasione di Cosmofarma 2022, e la definizione dell’ambito di ricerca: il parkinsonismo giovanile. «La mission del progetto scientifico – spiega Carosio – è sviluppare nuovi approcci terapeutici (a oggi infatti non ci sono cure disponibili) e ampliare le conoscenze sui meccanismi molecolari alla base della patologia».

Le prospettive

Si guarda con attenzione allo studio avviato dal gruppo di ricerca della professoressa Jenny Pagano Sassone, dell’Università Vita Salute del San Raffaele (Milano), su un modello animale di parkinsonismo giovanile, che sembrerebbe dimostrare che i neuroni dopaminergici danneggiati vanno incontro a un processo, un meccanismo molecolare, di necroptosi. «Lo studio della necroptosi e dei meccanismi alla base della neurodegenerazione – conclude Carosio – potrebbe avere un impatto anche sulla conoscenza della malattia di Parkinson nell’adulto». Da qui l’assoluta rilevanza del progetto, su cui la ricerca investe molte aspettative.