Fofi: indispensabile un riordino della previdenza dei farmacisti

«È ormai da tempo che dobbiamo confrontarci con un fenomeno nuovo per la nostra professione: difficoltà a trovare una prima occupazione, perdita del posto di lavoro, aumento delle forme di contratto atipiche e dell’attività in regime libero-professionale. Ma è chiaro che il problema più immediato è quello sollevato dal senatore D’Ambrosio Lettieri nella sua nota: la disoccupazione. Per questo la Federazione degli Ordini dei Farmacisti ha promosso l’istituzione di un tavolo di lavoro sulla previdenza che identifichi le strategie necessarie a far fronte alle mutate necessità degli iscritti e all’evoluzione dell’intero settore del farmaco». logo FofiCosì il senatore Andrea Mandelli, presidente della FOFI, descrive le finalità dell’incontro svoltosi oggi nella sede della Federazione, al quale hanno partecipato, oltre alla delegazione dell’ENPAF, guidata dal presidente Emilio Croce con il direttore generale Marco Lazzaro, Luisanna Pellacchia (ASSOFANT ), Silvera Ballerini, Patrizia Mallevadore e Marco Sorato (CONASFA); Matteo Branca (Federazione nazionale parafarmacie); Alfredo Orlandi e Luigi Coltellacci (Federfarma); Anna Attolico e Domenica Stangarone (Fiafant); Danilo Lelli e Gino Viero (Filcams Cgil); Vincenzo Devito e Agnese Antonacci (Mnlf); Isidoro Mazzoni e Ugo Trama (Sifo); Luisa Paese (Sinafo). La Federazione degli Ordini era rappresentata dal presidente Mandelli, dal vicepresidente senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, dal segretario Maurizio Pace e dal direttore generale Antonio Mastroianni.
«In questa prima riunione tutte le componenti hanno presentato le loro proposte per affrontare la situazione, e ringrazio i partecipanti per il loro prezioso contributo», prosegue Mandelli. «Si è quindi deciso di esplorare tutte le possibilità offerte dalle modificazioni del regolamento dell’ente previdenziale, a cominciare dall’allungamento del periodo di quiescenza, nel quale si può interrompere il versamento dei contributi».
«Non possiamo pensare di affrontare una crisi come quella attuale senza soluzioni improntate alla solidarietà come condizione per garantire la coesione intra-professionale. Già oggi sono troppi i farmacisti che versano in condizioni economiche tali da non poter sostenere i costi dell’iscrizione all’Ente di previdenza e si cancellano dall’Albo con la conseguenza di rimanere emarginati da ogni opportunità professionale», ha sottolineato D’Ambrosio Lettieri. «Un’altra misura su cui sono convinto occorra recuperare più forti elementi di contrasto è l’abusivismo professionale. Ciò, non solo nella piena consapevolezza che non sia possibile esporre a rischio la salute pubblica nei casi in cui l’atto dispensativo non viene effettuato dal farmacista, ma anche che consentire a chi farmacista non è di dispensare il farmaco rappresenti la più grave e volgare ferita alla dignità della professione. Bene ha fatto, dunque, il presidente Mandelli a costituire un tavolo di lavoro con Enpaf e con le organizzazioni sindacali rappresentative dei farmacisti. Ė un segno rassicurante dell’impegno profuso dalla Fofi sul versante delle politiche occupazionali».
«Abbiamo di fronte alcune situazioni che richiedono un intervento innovativo rispetto al passato, per esempio colleghi che lavorano in modo intermittente per pochi mesi l’anno, quindi il precariato, ma anche situazioni di gravissime difficoltà per gli stessi titolari delle farmacie e delle parafarmacie, figura che costituisce una modalità professionale inedita per il nostro paese», dice Maurizio Pace. «Non a caso anche il meccanismo del contributo di solidarietà è ormai messo alle corde dalla crisi evidente della farmacia di comunità. Pertanto è necessario che, al di là dei primi interventi, si proceda a un lavoro di messa a punto di una proposta riordino complessivo del settore».
«Ci si prospetta la non facile necessità di contemperare la solidarietà con la stabilità economica del nostro ente previdenziale», conclude Mandelli «Un compito che le improvvide ipotesi di tassazioni aggiuntive, se si concretizzassero renderebbero ancora più arduo».