Gianluca Ceccarelli (Federfarma Perugia): la farmacia può crescere rafforzando la rete

B Gianluca Ceccarelli federfarma perugiaGianluca Ceccarelli, presidente Federfarma Provincia di Perugia, intervistato da Tema Farmacia, fa il punto di quanto fatto per le farmacie della provincia. Le farmacie della nostra provincia stanno affrontando la difficile congiuntura economica degli ultimi anni, al pari delle altre aziende della nostra realtà locale. In questi anni, tuttavia, la farmacia non è mai venuta meno al ruolo di presidio sul territorio del Ssn e ha saputo sviluppare e, in alcuni casi implementare, servizi indispensabili al cittadino con grande sforzo sia dal punto di vista organizzativo che economico. Il tutto senza dimenticare che i margini di reddittività per l’azienda farmacia sono sempre in calo, soprattutto per quella parte di settore merceologico che è il farmaco, mentre i costi aziendali, primo fra tutti il costo del personale, registra percentuali di incidenza sempre maggiori rispetto ai fatturati di queste aziende. In questo quadro, la nostra società di servizi Farmaservice Centro Italia (di proprietà del sindacato) ha costantemente affiancato le farmacie con l’obiettivo di migliorarne le performance economiche e di sollevarle da pesanti incombenze burocratiche in modo da permettere al farmacista di dedicarsi alla sua mission di professionista del farmaco e più in generale della salute.

Cosa sta facendo Federfarma?

Di concerto con la Regione stiamo verificando forme e modalità di inserimento della rete delle farmacie nel processo di trasferimento della gestione della cronicità dall’ospedale al territorio. Siamo, infatti, convinti che uno degli snodi del futuro della nostra professione, così come della sostenibilità del Ssr, passi attraverso un coinvolgimento attivo, ed un’integrazione reale, delle nostre farmacie all’interno della nuova architettura del Ssr che va configurandosi, coerentemente con il dibattito in corso a livello nazionale. Appare evidente che ciò comporterà un investimento formativo, dal quale appare difficile prescindere, e che dovrà recuperare anche quel deficit di conoscenze legate alla mancata gestione delle molecole innovative che, in questi ultimi anni, sono state distribuite con canali alternativi alla farmacia. Stiamo, inoltre, partecipando “attivamente” alla predisposizione del Piano sanitario regionale con particolare riguardo al ruolo delle farmacie nella prevenzione, con la predisposizione di diversi progetti di screening e comunicazione istituzionale rivolti ai cittadini.

Progetti per il futuro?

Riteniamo che, aldilà dell’esito della conversione del Ddl concorrenza, a cui guardiamo con grande attenzione, andrà comunque approfondita la possibilità, a partire dal supporto delle nostre aziende della distribuzione intermedia, di creare forme di raccordo e sinergia reali tra le farmacie. Ciò al fine di migliorare, sia in termini di efficienza che di efficacia, la gestione di quella parte della nostra attività che non è legata alla cosiddetta ricetta rossa. Occorre, pertanto, stimolare una riflessione seria e serena sull’opportunità di superare quell’individualismo, tipico dei paesi mediterranei, che in questo momento appare poco o per nulla funzionale al miglioramento dell’efficienza della rete delle farmacie. Quest’ultima rimane condizione indispensabile, a meno che non si voglia comprometterne pericolosamente l’efficacia. Credo che in questo periodo storico nessuno, a partire dai cittadini, possa permettersi una tale eventualità.