Pubblicato dal Ministero della Salute il rapporto relativo ai dati del 2021 sull’evento nascita in Italia, che analizza i dati relativi a 364 punti nascita. Età media delle madri: 33,1 anni per le italiane, 31 per le straniere. 31,2% i parti con taglio cesareo. Ricorso a una tecnica di PMA: 2,9 casi ogni 100 gravidanze

Il Report 2021 sull’evento nascita in Italia, frutto del flusso informativo del Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP), ha analizzato i dati relativi a 364 punti nascita in Italia, presentando un elevato livello di completezza.

In particolare, è emerso che l’88% delle donne ha partorito in istituti di cura pubblici e equiparati, l’11,4% nelle case di cura e solo lo 0,2% altrove (altra struttura di assistenza, domicilio etc.). Il 62,8% dei parti ha avuto luogo in strutture che contano un numero superiore ai mille parti l’anno; queste strutture, 140 a livello italiano, rappresentano il 35,1% dei punti nascita.

Le madri: alcune caratteristiche

L’età media delle madri si è attestata a 33,1 anni per le italiane e 31 per le straniere. L’età media al primo figlio è per le connazionali superiore ai 31 anni in quasi in tutte le Regioni. Per le straniere, l’età media al primo figlio è invece di 29,2 anni. Nel 2021, circa il 19,9% dei parti è stato relativo a madri di cittadinanza non italiana. Le aree di provenienza più rappresentate sono l’Africa (28%) e l’Unione Europea (21,4%). Le madri di origine Asiatica e Sud Americana costituiscono rispettivamente il 19% ed l’8,7% delle madri straniere.

A livello di istruzione, il 42,4% delle donne che hanno partorito nell’anno in esame ha una scolarità medio alta, il 23,4% medio bassa e il 34,2% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (42,4%).

A livello occupazionale, il 57,7% delle donne risultavano occupate, il 25,8% casalinghe ed il 16,5% disoccupate o in cerca di prima occupazione. Tra le straniere, casalinghe in oltre la metà dei casi (51,4%).

Gravidanza e parto: tipologia di assistenza

In relazione ai parti del 2021, nel 91% dei casi, il numero di visite ostetriche effettuate in gravidanza è stato superiore a 4; nel 75,9% delle gravidanze sono state effettuate più di 3 ecografie. Tra le italiane, solo l’1,9% effettua la prima visita dopo il primo trimestre; tra le straniere il dato è superiore di 5 volte, attestandosi al 10,2%. Si evidenzia inoltre che il ritardo nella prima visita è inversamente proporzionale al livello di istruzione: maggiore è il ritardo, più basso è il livello di istruzione. Anche la giovane età della donna, in particolare nelle madri al di sotto dei 20 anni, risulta associata a un maggior rischio di controlli assenti (2,7%) o tardivi (1° visita effettuata oltre l’undicesima settimana di gestazione nel 12,0% dei casi).

Le amniocentesi sono state effettuate in media in 3,4 casi ogni 100 parti, con un’incidenza dell’8,7% tra le over 40 anni, a conferma di un trend in progressivo calo nell’ultimo triennio.

Al momento del parto, le donne hanno accanto a sé il padre del nascituro nel 95,4% dei casi, un familiare nel 3,4% dei casi e una persona di fiducia nel restante 1,2%.

In quasi un terzo dei casi, 31,2%, il parto è avvenuto con taglio cesareo. In questo caso notevoli sono le differenze tra Regione e Regione; resta tuttavia un eccessivo ricorso alla modalità chirurgica, anche se i dati evidenziano una lenta ma progressiva decrescita.

I neonati

Per quanto riguarda i bambini, lo 0,8% è nato fortemente prematuro, con un peso inferiore al chilo e mezzo; il 6% con un peso compreso tra 1,5 e 2,5 kg.

Il ricorso alla procreazione medicalmente assistita si è attestato a 2,9 gravidanze ogni 100.