Green pass Covid: le riflessioni di Simeu sulla validità di sei mesi

Green pass Covid

La scadenza a sei mesi del Green Pass Covid potrebbe essere un problema per gli operatori sanitari. È la preoccupazione segnalata da Simeu (Società Italiana Emergenza-Urgenza) in seguito all’introduzione della Certificazione verde Covid-19 con il Decreto Legge del 22 aprile 2021. Il certificato, in vigore dal 26 aprile, consente spostamenti liberi tra Regioni anche di colori differenti, può essere rilasciato a coloro che sono già stati vaccinati, che sono stati dichiarati guariti dopo un contagio da Covid-19 o che sono risultati negativi a un tampone nelle 48 ore precedenti.

La validità di sei mesi potrebbe dunque rappresentare «un grande problema organizzativo e pratico per medici e infermieri, soprattutto quelli dell’emergenza-urgenza, da sempre in prima linea nella lotta al Covid, che hanno completato il ciclo vaccinale a cavallo fra fine gennaio e febbraio – ha affermato Giulio Maria Ricciuto, presidente Simeu Lazio – La tempistica – oltre ad essere già superata dalle evidenze scientifiche, che portano la copertura immunitaria ad almeno nove mesi, renderà scoperti gli operatori sanitari fra luglio e agosto».

Tra le criticità segnalate da Simeu vi è ad esempio che i sanitari, da luglio in poi, teoricamente non potrebbero più stare a contatto con i malati. Per ovviare il problema, occorrerebbe dunque una terza dose, sulla cui efficacia, però «Non si ha alcuna evidenza chiara – prosegue Ricciuto – A ottobre o novembre i sanitari dovrebbero fare i veri richiami, quelli con RNA messaggero, tarati sulle varianti che sempre più circolano fra la popolazione». La terza dose per medici e infermieri comporterebbe inoltre una sospensione delle somministrazione agli italiani che ancora non sono stati vaccinati, rallentando ulteriormente l’iter vaccinale dell’intera popolazione, fa notare la Simeu. «La validità andrebbe rivista, lasciando la possibilità di spostamento in funzione delle evidenze scientifiche che verranno raccolte» aggiunge Ricciuto.

«Il tema del passaporto sanitario ripropone la questione fondamentale dell’equilibrio necessario tra le misure sociali e la sicurezza sanitaria – spiega inoltre Fabio De Iaco, direttore di una delle Faculty SIMEU – I vaccinati possono avere, in alcuni casi, comportamenti differenti – sanciti anche dalle recenti linee guida sia americane che europee».  Si tratta di una questione di primaria importanza, in ambito sanitario, che si riflette ad esempio sulla possibilità di far ripartire la formazione medica in presenza.

«Tutto questo non potrà mai prescindere dall’imperativo di continuare ad osservare le regole fondamentali della prevenzione della trasmissione» ricorda infine Salvatore Manca, presidente nazionale Simeu. Il consiglio finale è dunque quello di continuare ad applicare le consuete misure precauzionali, senza abbassare la guardia.