Green pass nazionale, le novità in arrivo

Le disposizioni che saranno incluse nel nuovo Decreto Riaperture coinvolgeranno anche il green pass nazionale. Alcuni dettagli, soprattutto relativi alla durata del certificato, sono ancora al vaglio. Le farmacie, coinvolte in prima persona nel rilascio del pass in caso di tampone rapido, e presto anche in caso di vaccinazione, sono in attesa dei prossimi sviluppi.
La nuova roadmap delle riaperture prevede la necessità del green pass, oltre che per gli spostamenti tra Regioni di colore diverso, anche per ulteriori attività. Il certificato sarà infatti richiesto per la partecipazione a feste e ricevimenti successivi alle cerimonie di matrimonio, che riprenderanno, anche al chiuso, a partire dal 15 giugno. Anche i congressi dovrebbero ripartire da metà giugno, previo possesso di green pass per i partecipanti.
Le prossime modifiche potrebbero riguardare lo schema di validità della certificazione. Attualmente, il rilascio avviene con le seguenti modalità:
  • in caso di avvenuta vaccinazione, al completamento del ciclo vaccinale, rilasciata dalla struttura sanitaria che effettua la somministrazione (quindi, con la partenza della campagna vaccinale nelle croci verdi, anche dalle farmacie) e ha validità di sei mesi;
  • in caso di avvenuta guarigione in seguito a infezione da SARS-CoV-2, con validità di sei mesi;
  • in caso di test antigentico rapido o molecolare con esito negativo, rilasciata dalle strutture sanitarie pubbliche, da quelle private autorizzate e accreditate e dalle farmacie che svolgono i test, con validità di 48 ore.

Le ipotesi attualmente al vaglio dal Governo sono principalmente due: la possibilità di rilasciare il pass vaccinale anche solo dopo la somministrazione della prima dose e l‘estensione della durata di validità. A tal proposito della scadenza, Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla salute, ha dichiarato che il grenn pass «per i vaccinati dovrebbe essere esteso a un anno, è molto verosimile che la protezione duri per quel periodo. L’estensione però dovrebbe essere limitata a chi ha fatto le due dosi di vaccino».

Le perplessità del Garante della Privacy

Nel frattempo, il Garante della Privacy ha segnalato alcune criticità che ritiene sia necessario risolvere per poter garantire la riservatezza dei dati. A tal proposito, ha avviato un’interlocuzione con il governo per modificare il testo. Tra i punti contestati, poiché considerati non rilevanti ai fini della verifica: l’indicazione del numero di dosi di vaccino o del tipo di vaccino, la previsione di modelli di certificazioni diversi a seconda della condizione sottostante il rilascio (vaccino, guarigione, tampone negativo).