Si osservano i primi segnali di ripresa, ma il mercato resta condizionato da fattori esogeni. È quanto emerge dalle annuali elaborazioni di Assosalute su dati Iqvia per quanto riguarda i numeri di vendita di questi medicinali nel 2021

In lenta, ma costante ripresa. Il comparto dei farmaci senza obbligo di prescrizione, dopo la chiara e netta flessione delle vendite nel 2020, strettamente correlata alle misure contenitive adottate per la pandemia, ha iniziato a registrare segni di ripresa dalla primavera del 2021, che è coincisa con l’apertura a qualche ritorno in più alla normalità, associata anche all’esposizione a piccoli disturbi trattabili in automedicazione. Tra questi i “malanni di stagione” e le affezioni delle vie respiratorie prime fra tutte. A fine 2021-inizio 2022 la curva delle richieste dei farmaci di automedicazione sembra avviata a un recupero, tuttavia ancora lontano dalla soglia pre-pandemica. È quanto emerge dai consueti dati diffusi da Iqvia.

«A parità di classificazione, i dati confrontati con il periodo pre-pandemico attestano ancora una sensibile perdita dell’intero settore: 8,8% in termine di volumi e 3,4% di valori – spiega Salvatore Butti, presidente di Federchimica Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione) – Di conseguenza, secondo le elaborazioni di Assosalute su dati Iqvia, le confezioni di farmaci senza obbligo di prescrizione dispensate nel 2021 sono di poco superiori a 245 milioni, in linea con il 2020, mentre i fatturati, che rasentano i 2,4 miliardi di Euro, registrano una curva moderatamente in crescita, che si assesta intorno al 3,3%».

Le dinamiche di vendita del 2021

Salvatore Butti, presidente di Federchimica Assosalute

Allentamento delle misure contenitive e maggior esposizione a virus di stagione generano un incremento delle vendite degli OTC: è un effetto domino che trova spiegazione in fattori esogeni. «A fine 2021 – continua Butti – si è osservata una maggiore circolazione dei virus influenzali e simil-influenzali, confermata dalle rilevazioni della rete Influnet dell’Istituto superiore di sanità (Iss) che hanno evidenziato una maggiore incidenza dei virus stagionali rispetto al 2020, superiore alla soglia basale già dalla 43° settimana del 2021, ma ancora sporadica se confrontata col periodo pre-pandemico. Sicuramente l’utilizzo delle mascherine, il distanziamento sociale, l’igiene delle mani e, in generale, il cambiamento delle abitudini di vita, quali maggiore ricorso allo smart working e minore utilizzo dei mezzi pubblici, hanno contribuito nell’ultimo biennio alla diminuita circolazione dei virus tipici della stagione fredda. A fronte di quest’aspetto, una maggiore diffusione di infezioni respiratorie da SARS-CoV-2, soprattutto nel mese di dicembre 2021, ha dato comunque impulso al ricorso ai farmaci da banco, con picchi di vendite per i rimedi delle affezioni dell’apparato respiratorio».

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