Sono 600mila i connazionali in condizioni di indigenza che non possono acquistare medicinali, con un +37,6% rispetto al 2020. È questa la triste fotografia dell’Italia scattata dal Nono Rapporto sulla povertà sanitaria realizzato da Banco Farmaceutico, presentato lo scorso 16 dicembre in un convegno promosso da Banco Farmaceutico e Aifa
Nel 2021 ben 597.560 persone povere non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno. Si tratta di un incremento del 37,6% rispetto al 2020, anno in cui i connazionali in condizioni di povertà sanitaria ammontavano a 434.173. Il Covid-19, con tutto quando ne è conseguito sia in termini di salute, sia in termini di condizioni reddituali e perdita di posti di lavoro, ha certamente aggravato ulteriormente la situazione.
Sono questi i dati principali emersi dal Nono Rapporto “Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci” presentato lo scorso 16 dicembre, realizzato con il contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici da OPSan – Osservatorio sulla Povertà Sanitaria, organo di ricerca di Banco Farmaceutico.
Povertà sanitaria e Ssn
Nonostante il nostro sistema sanitario nazionale sia di carattere universalistico, quasi la metà della spesa per farmaci (il 42,2%) è ancora a carico delle famiglie. Ne consegue che su un totale di 20,5 miliardi di Euro di spesa farmaceutica, le famiglie hanno avuto un esborso di 8,7 miliardi. I connazionali in condizioni di povertà dispongono di un ammontare destinato alle spese sanitarie pari a 10,25 Euro mensili, che corrisponde a meno del 20% della spesa sanitaria media mensile di chi non è povero, che ammonta a 60,69 Euro. Per le famiglie in condizioni di povertà, il 62% della spesa sanitaria (6,37 Euro) è assorbita dai farmaci, mentre soltanto il 7% (0,75 Euro) è riservata alle cure dentistiche. Di contro, le famiglie non povere suddividono il proprio budget sanitario come segue: 43% acquisto di medicinali e 21% spese dentistiche.
Il valore della spesa sanitaria sul totale dei consumi
Tutte le famiglie italiane destinano una quota del proprio budget alla salute: come percentuale sul totale dei consumi le famiglie povere e quelle non povere si ritrovano pressoché allineate, assegnando alle spese sanitarie il 2% del proprio budget complessivo (1,6% per le famiglie povere). In termini assoluti tuttavia la distanza è molto marcata: da una parte infatti vengono destinati 60,96 Euro, dall’altra 10,25 Euro mensili.
Una contrazione della spesa nell’ultimo anno
Il Covid ha rappresentato un momento di difficoltà per tutti gli italiani, sia i poveri, sia quelli che possono contare su una maggiore tranquillità economica: il 15,7% delle famiglie, pari a oltre 4 milioni di famiglie, cioè 9,3 milioni di connazionali, hanno risparmiato sulle cure, limitando le visite, riducendo gli accertamenti o rivolgendosi a strutture economicamente meno onerose. Questa strategia è stata adottata dal 33% delle famiglie povere e dal 14% di quelle più agiate.
Il rapporto ha messo chiaramente in evidenza quanto la crisi economica derivante dalla pandemia abbia trascinato migliaia di persone in una condizione di indigenza, marginalizzando ulteriormente chi era già in precedenza in una condizione di povertà. «Il nostro Rapporto rappresenta non tanto e non solo un’analisi sociologica e statistica della povertà, quanto uno strumento per consentire a Banco Farmaceutico di poter fare meglio il proprio lavoro (raccogliere farmaci per gli indigenti) e per smuovere idee e coscienze, fornendo al dibattito alcuni suggerimenti in termini di politiche pubbliche. Crediamo in particolare che, sia nell’ambito del Pnrr, sia in quello delle strategie sanitarie generali, occorra valorizzare adeguatamente il ruolo sussidiario del Terzo settore» ha commentato il presidente di Fondazione Banco Farmaceutico Onlus, Sergio Daniotti, in occasione della presentazione del rapporto.