Il mercato degli integratori italiano, primo in Europa, regge bene all’impatto della pandemia. È quanto emerge dall’indagine di settore condotta dal Centro Studi Integratori & Salute. Dato di interesse per i farmacisti: i consumatori italiani di integratori sono estremamente legati al punto vendita farmacia e al consiglio 

Il mercato italiano degli integratori alimentari è il primo in Europa per dimensioni ed è rimasto dinamico e vivace anche nel periodo della pandemia, che ha attraversato affrontando adattandosi alla costante evoluzione del contesto geopolitico e sanitario. Il 52% delle aziende non ha risentito dell’impatto del Covid-19 sul business, nonostante le difficoltà, e si prevede una ulteriore crescita del settore fino ad arrivare a 5 miliardi di euro entro il 2025 dai 4 attuali.

È quanto emerge dall’indagine “Aggiornamenti sull’impatto della pandemia da Covid-19 sul mercato” a cura del Centro Studi Integratori & Salute, l’associazione nazionale che rappresenta il comparto degli integratori alimentari e che è parte di Unione Italiana Food, aderente al sistema Confindustria.

I principali dati emersi

L’indagine è stata condotta su un campione di 84 aziende, distribuite su tutto il territorio nazionale (51% Nord Italia, 19% Centro e 14% Sud) con l’obiettivo di valutare l’effetto dovuto alla persistenza della pandemia da Covid-19 sul mercato degli integratori nel 2021, nonché le esigenze e le aspettative delle aziende per il futuro.

Tra i risultati di interesse del farmacista vi è l’unicità della situazione italiana, che vede i consumatori di integratori estremamente legati al punto vendita farmacia e al consiglio che qui possono trovare. Si tratta di persone responsabili e attente, che fanno scelte ragionate e non d’impulso. Infatti, nella maggior parte dei casi, il consumo di questi prodotti è orientato e sostenuto dal parere di esperti. Farmacista (45%) e medico (36%) rimangono le principali fonti informative a cui ci si rivolge.

Forse per questo il 51% delle aziende che hanno risposto alla ricerca ha dichiarato di non utilizzare l’e-commerce per la vendita dei propri prodotti e il 46% non prevede l’utilizzo di questo canale neanche in futuro. Il restante 54%, invece, si dimostra aperto all’opportunità in vario modo: attraverso il sito aziendale (22%), un marketplace (16%) o portali specializzati (16%).

Tra le aziende che nel 2021 hanno abbracciato il canale online per la vendita di integratori, il 30% ha proposto l’offerta sul mercato italiano, il 4% su quello estero e il 15% su entrambi.

«I consumatori italiani sono estremamente attenti alle indicazioni e ai suggerimenti forniti dagli esperti, quindi, pur accogliendo la spinta alla digitalizzazione, il trend evidenziato è che il canale offline delle aziende rimane al primo posto, segno del ruolo incontrastato del canale farmacia e parafarmacia – ha spiegato Germano Scarpa, presidente di Integratori & Salute – La pandemia, comunque, ha certamente portato a un’accelerazione digitale, mantenendo costante il ruolo di primo piano della relazione tra il consumatore e il proprio farmacista o medico curante».