La farmacia ai tempi del Covid: il rapporto Federfarma

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L’annuale rapporto “La farmacia italiana 2020-2021” offre una panoramica sull’evoluzione della farmacia in questa difficile fase pandemica analizzando fatturato, ricetta dematerializzata, servizi aggiuntivi e situazione dei presidi

La stagione pandemica in atto ha da un lato messo a dura prova il Servizio sanitario nazionale, da un lato, in seguito alle restrizioni volte a limitare il diffondersi del contagio, ha riconfermato il ruolo di centralità delle farmacie. Queste strutture di prossimità estremamente capillari (basti pensare che sono 19.669 in tutta Italia) sono in costante aumento, elemento questo in controtendenza rispetto ad altri paesi europei. Anche per rispondere alle crescenti esigenze dei cittadini, le farmacie hanno potenziato i propri servizi, nella direzione di una effettiva Farmacia dei servizi. Decisivi in tal senso l’introduzione dei tamponi rapidi in farmacia prima e dei vaccini anti-Covid, effettuati direttamente dal farmacista, ormai prossimi all’avvio in tutto il Paese.

I dati di fatturato

Diversi sono stati gli impatti della crisi sanitaria sulle farmacie, riscontrabili anche dal fatturato complessivo, che nel 2020 ha registrato un decremento dell’1,9% rispetto all’anno precedente, a fronte di un incremento significativo nei costi di gestione derivanti dalla necessità di rispettare le misure di sicurezza dettate dalla pandemia.

Il fatturato totale è stato di 23,6 miliardi di euro. DI questi, 13,6 hanno riguardato le ricette di fascia A e C (che rappresentano il 58% del totale, con un -2,9% rispetto al 2019), 10 miliardi il senza ricetta e il mercato commerciale (che ha segnato un -0,4%).
Tra farmaci e mercato commerciale nel 2020 sono state vendute 2,4 miliardi di confezioni, con un -1,7% rispetto all’anno precedente. Flessione del 6,3% per i farmaci senza ricetta, mentre ad aumentare di quasi il 10% sono stati i parafarmaci (in cui sono inclusi anche i dispositivi di protezione).

Il prezzo medio dei farmaci a carico del servizio sanitario nazionale è passato da 11,85 Euro di dicembre 2010 a 9,46 registrato un decennio dopo. A questo si aggiunge che i farmaci ancora coperti da brevetto, il cui prezzo medio è di 18,3 euro, sono ormai meno del 17% del totale. Di contro, l’83% dei farmaci inseriti nelle liste di riferimento, con brevetto scaduto, hanno un costo medio di 7,7 euro.

Cresce la distribuzione per conto

Nel rapporto si legge che «la spesa per farmaci acquistati dalle Asl nel 2020 ha raggiunto i 13,2 miliardi di euro, in calo rispetto al 2019 (13,5 miliardi). Significativo l’incremento della distribuzione per conto (+11,6%), a fronte della contrazione della distribuzione diretta, da mettere in relazione con l’ampliamento dei farmaci erogati in farmacia nell’emergenza sanitaria». Il canale ospedaliero ha raggiunto i 10,2 miliardi di euro, con 5,2 di distribuzione diretta e 5 di consumi interni, registrando una flessione del 5,7% sul 2019. Di contro, la distribuzione per conto ha registrato un +11,6%, con un totale di 3 miliardi di euro, in aumento costante negli ultimi anni.

L’impatto del Covid su telemedicina e e-pharmacy

Va riconosciuto indubbiamente che il Covid-19 abbia agito come fattore di accelerazione rispetto all’informatizzazione, anche in farmacia. La ricetta dematerializzata, introdotta nelle prime settimane di emergenza, rappresenta ormai il 91% delle ricette a livello nazionale.

Nel 2020, inoltre, sono state erogate oltre 140mila prestazioni in farmacia: in dettaglio, si è trattato di 85.600 elettrocardiogrammi, 22.000 monitoraggi della pressione arteriosa e 33.000 monitoraggi tramite holter cardiaco.

Le consegne di farmaci a domicilio hanno subito inoltre, nel periodo di lockdown, tra marzo e maggio 2020, un’impennata che ha raggiunto le 60mila richieste settimanali, soddisfatte anche grazie all’accordo con la Croce Rossa Italiana stipulato per assicurare il servizio 7 giorni su 7, anche ai malati di Covid.

Presidi e forza lavoro

Un cenno infine rispetto alle strutture: in Italia sono presenti 19.669 farmacie, in costante aumento. Basti pensare che dal 1975 il numero di farmacie presenti sul territorio è aumentato del 48,2%, a fronte di una crescita del 7,9% della popolazione. Grande importanza è rivestita dalle farmacie rurali, situate nei piccoli comuni, laddove spesso rappresentano l’unico presidio sanitario presente: sono 6.700 quelle presenti in comuni con meno di 5mila abitanti, 4mila e duecento in comuni con meno di 2mila abitanti e 2mila presenti in centri con meno di 1.500 abitanti in buona parte anziani.
La ‘forza lavoro’ delle farmacie è di 88mila lavoratori complessivi, di cui 65.500 dipendenti e 22.500 titolari di farmacia o soci di società titolari. Il 50% delle farmacie è gestito sotto forma di ditta individuale, la metà restante come società di farmacisti. La media di farmacisti per farmacia in Italia è tra le più alte d’Europa: 3,8.