La galenica entra in parafarmacia

Il 2012 si è concluso con un riconoscimento alla professionalità dei farmacisti delle parafarmacie e dei corner della Gdo: possono dotarsi di un laboratorio per preparazioni galeniche e allestire le formulazioni officinali, descritte nella Farmacopea di uno dei Paesi europei dispensabili senza prescrizione medica in virtù del Dm 8 novembre 2012 (GU n. 290 del 13 dicembre 2012). Sono anche consentite le preparazioni fitoterapiche, se descritte in farmacopea o a base di piante presenti nella lista positiva del Ministero. La nuova norma impone alle parafarmacie interessate alla galenica di rispettare gli stessi requisiti richiesti alle farmacie: l’allestimento di lotti (fino a tre chilogrammi di formulato al massimo) deve avvenire in un laboratorio dedicato seguendo le Norme di Buona Preparazione dei Medicinali in Farmacia o il Dm 18 novembre 2003 e l’inizio dell’allestimento delle preparazioni galeniche va comunicato al ministero della Salute, alla Regione o Provincia autonoma, al Comune e alla Asl. Questo decreto non consente la preparazione di galenici magistrali, cioè preparati in base alle indicazioni di un medico, e di cosmetici oggetto di un’apposita comunicazione al ministero della Salute. “L’allestimento di preparazioni galeniche magistrali – dichiara Peter Jäger, consigliere Utifar – è un’ottima possibilità di crescita data alle parafarmacie a fronte di un investimento iniziale non particolarmente oneroso. Inoltre i prezzi delle preparazioni officinali a differenza di quelli magistrali sono liberi e non soggetti a un tariffario, seguendo una modalità a suo tempo consigliata da Federfarma. Con questo decreto gli esercizi di vicinato possono effettuare diverse preparazioni interessanti come creme sciroppi, capsule, compresse, gocce, pomate e creme”. Per iniziare bisogna innanzitutto avere un locale idoneo dedicato di almeno 9 mq o un’area separabile dagli altri ambienti di lavoro e vendita durante la lavorazione, che deve essere effettuata da personale autorizzato. L’idoneità dei locali richiede la presenza di pareti e soffitti lavabili e condizioni di luminosità, temperatura e umidità che non danneggino i farmaci. Deve essere  presente un bancone di materiale inerte con acqua potabile corrente e prese di corrente elettrica. Per quanto riguarda la strumentazione, suggerisce Jäger, è possibile iniziare con il minimo delle attrezzature necessarie stabilita dalla Tabella VI della FU”. “Inizierei – conclude l’esperto – con preparati a base di piante e con le creme, come quelle alla calendula, all’arnica o alla camomilla. Queste ultime sono prodotti sicuramente validi e apprezzati dai clienti. Voglio ricordare alcuni vincoli legislativi per cui le creme possono essere preparate solo con tintura madre a una concentrazione massima del 10% in una base di Farmacopea”.

Caterina Lazzarini