La Salute Mentale in Italia. I dati del 4° rapporto del Ministero

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Dal rapporto emerge una fotografia a tinte fosche circa l’assistenza per la salute mentale nel nostro Paese: diminuisce il numero degli assistiti, ma cresce il numero di accessi in Pronto Soccorso. In calo servizi e posti letto, ma il personale torna ai livelli del 2017. In continua crescita la spesa per gli antidepressivi

Gli utenti psichiatrici assistiti nel corso del 2019 sono stati quasi 827mila (non disponendo dei dati della Provincia Autonoma di Bolzano) con 314mila nuovi utenti che hanno effettuato il primo accesso ai servizi di salute mentale nell’anno considerato. È uno dei dati emersi dal quarto rapporto sulla Salute Mentale, relativo all’anno 2019, pubblicato dal Ministero della Salute. La distribuzione per sesso indica una prevalenza femminile, che si attesta al 54,3% del totale, mentre rispetto alle fasce d’età la concentrazione più alta si riscontra nei target 45-54 e 55-64 (45,8% in entrambi i sessi). Le donne presentano tuttavia un’incidenza quasi doppia rispetto agli uomini quanto a problemi di salute mentale anche nel target over 75 (11,7 a fronte di 7,3%).

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Salute mentale, le patologie più diffuse

Le patologie più diffuse nei soggetti di sesso maschile riguardano i disturbi schizofrenici, di personalità, da abuso di sostanze e il ritardo mentale, mentre nelle donne prioritari i disturbi affettivi, nevrotici e depressivi. In particolare per la depressione il tasso degli utenti di sesso femminile è quasi doppio rispetto a quello del sesso maschile (48,6 a fronte di 28,7 ogni 10mila abitanti).

Le prestazioni erogate

Le prestazioni erogate nel 2019 dai servizi territoriali ammontano a quasi 11 milioni, con una media di 14,2 prestazioni per utente. Complessivamente il 75,8% degli interventi è stato effettuato in sede, l’8,6% a domicilio e la percentuale restante in una sede esterna.

Nell’anno considerato il numero complessivo di accessi al Pronto Soccorso per patologie psichiatriche è stato di 648.408, pari al 3,1% del totale di accessi effettuati a livello nazionale. Di questi, il 13,4% esita in ricovero, di cui oltre metà in reparti di psichiatria. A ciò si aggiunge che il 26,9% dei ricoveri per problemi di carattere psichiatrico si traduce in una diagnosi di schizofrenia o altre psicosi funzionali. Di contro, il 75% degli accessi in pronto soccorso per problemi psichiatrici esita a domicilio.

Gli operatori prevalenti sono costituiti da medici e infermieri (complessivamente il 76,7%); il 29,9% degli interventi è rappresentato da attività infermieristica a domicilio e nel territorio, il 26% da attività psichiatrica, il 13,9% da attività di riabilitazione e risocializzazione territoriale, il 6,5% da attività di coordinamento e il 6,4% da attività psicologica-psicoterapica; la quota restante riguarda attività rivolte alle famiglie e attività di supporto. Le giornate di presenza nelle strutture residenziali sono state di 11,3 milioni per 27.502 utenti; la durata media del trattamento, a livello nazionale, è stata pari a 1.044,9 giorni. Gli accessi nelle strutture semiresidenziali sono stati 1,5 milioni per 26.269 persone (316,4 accessi per 10.000 abitanti).

Quanto infine alle prestazioni ospedaliere, nell’anno in esame le dimissioni da strutture psichiatriche ospedaliere, sia pubbliche, sia private, sono state 107.603, con un totale di 1.361.715 giornate di degenza e una degenza media di 12,7 giorni.

Strutture, personale e posti letto

Dal rapporto emerge un calo delle strutture e dotazione di posti letto in strutture dedicate (pari a 9,5 ogni 100mila abitanti), che hanno sperimentato una perdita dell’1,6% rispetto all’anno precedente.
Nel 2019 il sistema informativo salute mentale ha rilevato dati di attività di 1.328 servizi territoriali, 2.233 strutture residenziali e 872 strutture semiresidenziali che si riferiscono a circa il 98% dei dipartimenti di salute mentale.

A fronte di questo, il personale è tornato ai livelli del 2017, con quasi 29mila unità nel 2019: il 18,5% è rappresentato da medici (psichiatri e con altra specializzazione), il 7% da psicologi; il personale infermieristico rappresenta il 44,7%, seguito dagli operatori socio sanitari al 10,7%, dagli educatori professionali e tecnici della riabilitazione psichiatrica per il 7,5% e dagli assistenti sociali per un 4,2%. Il personale part time costituisce il 6% del totale del personale dipendente; il 4,2% del personale ha un rapporto di lavoro in convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale. L’ammontare complessivo del personale che opera nelle strutture sanitarie convenzionate con il Dipartimento di Salute Mentale nel 2019 è stato pari a 11.922 unità.

Aumenta il consumo di antidepressivi

Sono calati ancora, di oltre 10mila unità, gli utenti che si rivolgono ai DSM – Dipartimenti di salute mentale: nel 2019 sono stati 826.465, contro gli 837.027 del 2018. In aumento invece gli accessi in Pronto Soccorso, incrementati di oltre 30mila unità. In continua crescita infine la spesa per farmaci antidepressivi in regime convenzionato, che ha raggiunto nell’anno analizzato 383 milioni di euro (con oltre 37 milioni di confezioni) a fronte dei 372 milioni del 2018.
La spesa per gli antipsicotici, che hanno superato i 5,7 milioni di confezioni, è stata di oltre 80 milioni di euro.

Il costo dell’assistenza psichiatrica

Il costo medio annuo per residente dell’assistenza psichiatrica nell’anno 2019 è stata pari a 65,4 euro calcolato dividendo il costo complessivo dell’assistenza psichiatrica per la popolazione adulta residente nel 2019. Per quanto riguarda l’assistenza psichiatrica territoriale il costo complessivo è stato pari a 3,1 milioni di euro, di cui 1,36 per assistenza domiciliare e ambulatoriale e quasi 393 mila euro per assistenza semiresidenziale; l’assistenza residenziale è costata invece circa 1,34 milioni di euro.