Le attese di professionisti e cittadini riguardo il sistema-salute

La sanità del futuro. Su questo tema si sono interrogate nel corso di un evento organizzato da Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica, in collaborazione con Fortune Italia, istituzioni, associazioni di medici, farmacisti e cittadini a partire da uno studio Censis condotto fra 46 milioni di italiani in epoca pandemia.

La survey ha voluto indagare i diversi disagi subiti dalla popolazione nel corso dell’ultimo anno, evidenziandone l’eterogeneità e una curva in crescita rispetto a solo due anni fa.

Uno (91%), due (73%) o più disturbi (52%) hanno attanagliato, senza esclusione di colpi, giovani, adulti e senior. Tra i malesseri ha prevalso, per il 60% di italiani, il mal di schiena balzato a +20,1%, seguito da mal di testa (49% con +23,1%), mal di stomaco, reflusso gastro-esofageo, problemi digestivi (35% cresciuti di +19,5%). Unica eccezione le malattie da raffreddamento diminuite, come prevedibile, di -10% circa.

Il valore dell’automedicazione

Costretti dalle limitazioni di accesso a ambulatori medici e specialistica, per oltre il 65% di italiani l’automedicazione, autogestita (30%) o “guidata” (77%) dal consiglio medico e/o del farmacista, ha rappresentato il rimedio decisivo per poter gestire il problema in atto e ritornare a svolgere le abituali attività.

Un dato, quest’ultimo, che apre a due nuove importati letture: da un lato la possibilità di dirottare fondi, laddove l’automedicazione sia responsabile, verso la gestione di altre patologie, dall’altro valutare le attese di professionisti e cittadini della “nuova” sanità e del Sistema Sanitario Nazionale.

Strutture sanitarie di prossimità riconoscibili e di facile accesso per le cure primarie (89,6%), potenziamento delle farmacie come centri servizi (83,5%), interventi per patologie gravi, acute o croniche (82,3%), un più intenso ricorso a digitale e telemedicina (73,1%) sono le principali richieste.

Il territorio al centro della sanità

«Per rispondere al bisogno dei cittadini che chiedono una gestione sempre più territoriale e autonoma dei piccoli disturbi – dichiara Salvatore Butti, Presidente di Assosalute-Federchimica – occorre implementare la collaborazione tra i Medici di Medicina Generale (MMG) e i Farmacisti affinché, entrambi e per le proprie competenze, possano “intercettare” questa domanda di salute sul territorio e fra la popolazione. Parallelamente è necessario sviluppare azioni di informazione e di educazione al cittadino per favorire la crescita della cultura sanitaria del Paese e la sostenibilità del nostro Sistema Sanitario».

Un’evoluzione verso cui sembra spingere anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: 20 miliardi di euro destinati alla salute che, secondo l’indagine Censis, il 78% degli italiani destinerebbe al potenziamento degli ospedali (55,1%), all’aumento del personale sanitario (53,9%), a investimenti nella ricerca scientifica (51,7%), all’impulso della sanità territoriale (51%) con team coordinati dai MMG e composti da infermieri di comunità, farmacisti e specialisti, l’ammodernamento di macchinari e tecnologie per diagnosi e cure (50,6%).

«Un pacchetto di interventi – conclude Butti – che consentirebbe l’upgrading quali-quantitativo del Servizio Sanitario e in cui l’autoregolazione responsabile per i piccoli disturbi, liberando risorse e strutture, è chiave decisiva per renderlo anche sostenibile».