Le creme solari più adatte alle pelli infantili e atopiche

I melanociti ancora immaturi della cute infantile ne riducono la melanogenesi, quindi le capacità protettive nei confronti dei danni da raggi UV, anche nei fototipi olivastri. La protezione solare è di vitale importanza, attraverso varie formulazioni, creme, latti, latti spray.

bimba in piscina al sole

«Rispetto al prodotto per l’adulto», evidenzia Reginetta Trenti, chimica e cosmetologa della Società Italiana di Chimica e Scienze Cosmetologiche (Sicc), «si richiede spesso una maggiore resistenza all’acqua. Il solare ‘resistente all’acqua’ mantiene la sua capacità protettiva (almeno il 50% del valore di SPF) dopo immersione di 40 minuti (20 minuti x 2); quello ‘molto resistente all’acqua’ la mantiene dopo immersione di 80 minuti (20 minuti x 4), come stabilito dalle metodiche raccomandate (Colipa Guidelines for evaluating Sun Product Water Resistance; Colipa recommendation n° 16)».

Riguardo ai filtri, non ci sono specificità per i bambini, «anche se si tende a evitare octocrilene e i benzofenoni», precisa Trenti, «il formulatore lavora in primo luogo bilanciando i filtri UVA e UVB, fisici e chimici, per ottenere un efficace e ampio spettro protettivo», spiega la cosmetologa, «ma il passo chiave è realizzare una formula che crei uno strato sottile e omogeneo sulla pelle, in superficie. La formulazione evita, dunque, attivatori di penetrazione e viceversa utilizza idonei polimeri per reticolare lo strato in superficie e ottimizzare la distribuzione dei filtri».

Pelli dermatologiche, atopiche e fragili

Per le pelli atopiche o fragili, si propongono protettivi solari con il solo filtro fisico, funzione svolta dal biossido di titanio, spesso in miscela con ossido di zinco. «Questo non tanto perché il filtro fisico garantisca protezione migliore», chiarisce Trenti, «ma per un’attenzione in più alla maggior permeabilità e reattività di queste pelli. Il problema dei protettivi con il solo filtro fisico, dove il biossido di titanio è presente fino al 25% (limite previsto dal Regolamento 1223/2009 Allegato VI), è la spalmabilità, tanto che per i prodotti fluidi non si supera il SPF 30.

Per arrivare a SPF più elevati (50+), utile nei bambini soprattutto per le prime esposizioni, la quota di biossido di titanio rende inevitabilmente il prodotto pastoso, meno gradevole da applicare e con un evidente effetto ‘patina bianca’. Il fatto che sia stato approvato l’uso cosmetico del biossido di titanio in forma nanometrica, con lo stesso limite massimo del 25% del TiO2 non nano, permette di utilizzarlo altamente micronizzato, migliorando la gradevolezza delle formulazioni».